(F.Balzani) «Ora cambia tutto, è stata la partita della svolta». A Trigoria ne sono convinti tutti: la rimonta contro il Genoa che ha regalato alla Roma il secondo successo consecutivo (non accadeva da marzo) servirà a cancellare dubbi, equivoci e incomprensioni di un inizio stagione tormentato. Al 20’ di Genoa-Roma, però, sembrava di assistere a un film già visto e Totti e compagni dopo aver bruciato in tre anni quattro allenatori – da Spalletti a Ranieri, da Montella a Luis Enrique – sembravano pronti a scaricare anche Zeman reo di aver bacchettato pubblicamente gran parte del senato giallorosso.
Dal bastone però il boemo ha dimostrato di saper passare alla carota e dopo il 2˚ gol del Genoa e lo spettro di una nuova figuraccia ha ascoltato i consigli di De Rossi e Totti (rimasto in campo nonostante un trauma contusivo al ginocchio destro – nulla di grave – e di nuovo al gol in trasferta dopo 17 mesi) ed è venuto incontro alle esigenze di una squadra fin lì disorientata. Autogestione? Ammutinamento? Non si sa. Si sa che la Roma ne ha giovato vincendo da grande squadra come non gli accadeva da anni. Ma soprattutto è tornata ad essere squadra, che è poi ciò che maggiormente premeva a Zeman come dimostra il cartello esposto negli spogliatoi dell’Olimpico (copiato dai Boston Celtics del presidente Pallotta): «I giocatori vincono le partite, le squadre vincono i titoli». Una piccola rivincita se la sta prendendo anche Sabatini rinfrancato dalle prove di Marquinhos e Castan ma, soprattutto, da quelle di Piris e Lamela. I[…]