Il pugno duro e la voglia del dialogo. Quei venti imbecilli-su quasi ottocento tifosi-di Verona che a Livorno hanno offeso la memoria, con cori vergognosi, di Piermario Morosini, morto lo scorso aprile, non devono più mettere piede in uno stadio per 5 anni. Non sono d’accordo col capitano del Livorno, Luci, che a fine gara ha detto che il “Verona andrebbe radiato, non merita di esistere”. Sbagliato: bisogna colpire gli idioti più che le società (il Verona si è subito dissociato), e consentire agli altri tifosi di poter andare allo stadio e seguire la loro squadra del cuore anche in trasferta. Per fortuna, che il piano dettagliato messo in campo dal questore di Livorno, Marcello Cardona, ha funzionato: massima prevenzione, massima attenzione. Quando un pullman di sostenitori veneti si è fermato sul lungomare, fra famiglie e bambini, e sei-sette imbecilli (torso nudo, capelli rasati) sono scesi tentando di dirigersi verso lo stadio col passo dell’oca sono stati immediatamente bloccati e ricacciati dagli agenti sul bus. Nessuna provocazione poteva essere accettata: fra tifosi del Livorno e del Verona d’altronde c’è forte ruggine, antica e anche politica (di sinistra i toscani, di destra i veneti). Allo stadio, poi, quegli insulti a Morosini: la procura federale della Figc è stata subito avvisata, la scientifica della questura livornese ha un filmato dove si vedono i volti di chi offendeva Morosini e anche di un “tifoso” che aveva una piccola svastica di cartone. Ora il filmato è stato girato alla questura di Verona: appena identificati (non dovrebbe essere difficile, sono sempre i soliti) il questore di Livorno emetterà un Daspo. Già identificati invece una ventina di tifosi che facevano il saluto romano, fra loro ci dovrebbero essere anche quelli che facevano i cori contro l’ex calciatore labronico deceduto a Pescara durante una gara di campionati. Coi veronesi il questore di Livorno è già abituato: infatti quando Cardona (ex buon arbitro ai tempi di Paolo Casarin) era a Varese aveva dato il Daspo ad un centinaio di tifosi veronesi che si erano presentati allo stadio senza biglietto e pretendevano di entrare. Ora questo nuovo episodio. Il giudice sportivo della B che farà? Un’ammenda al Verona? La squalifica del campo oppure la chiusura della curva di chi ha fatto quel coro orrendo che offende anche chi non c’è più? Perché, parliamoci chiaro: quelli non sono ultrà. Molto spesso sono in tanti a mettere sullo stesso piano gli ultrà con i violenti, con i delinquenti. Sbagliatissimo: ci sono violenti ovunque, fra gli ultrà certo ma anche fra i giornalisti, in tribuna d’onore, fra i cosidetti distinti, eccetera. Le regole ultrà, non scritte, prevedono la solidarietà, il volontariato, il rispetto dei morti. Qualcuno, purtroppo, a volte se lo dimentica. E’ successo anche a Livorno, in passato, coi cori vergognosi contro i caduti di Nasiryya, è successo con i cori razzisti anche lo scorso anno allo Juventus Stadium (ma con gli impianti di proprietà sarà più facile tenere lontani certi personaggi). Non è questione di destra o sinistra. Tornando a Livorno, pessimo anche il comportamento dell’allenatore del Verona, Mandorlini. Era arrivato con una frase incredibile, “io odio Livorno”, e dopo il secondo gol, del meritato successo della sua squadra, si è rivolto verso la tribuna alle sue spalle alzando il dito medio come insulto e provocazione. Il quarto uomo e l’assistente che erano a due passi “dormivano” e non l’hanno espulso: per fortuna se n’è accorto un dirigente di polizia che ha subito avvisato lo “007” mandato da Stefano Palazzi. C’è da sperare che Mandorlini sia squalificato. Lo stesso presidente della Lega di B, l’attento Andrea Abodi, ha detto: “Vogliamo fuori dagli stadi certi personaggi (riferito ai cori, ndr), servono pene chirurgiche da parte della giustizia sportiva ma anche le parole di Mandorlini alla vigilia hanno alimentato la tensione”. Aggiunge Demetrio Albertini, ex calciatore e ora vicepresidente Figc: “Bisogna agire a livello governativo, in maniera decisa: e tutelare i tifosi per bene che sono la stragrande maggioranza”. A Torino, per Juve-Napoli, un arresto e quattro denunce: danneggiati i bagni e alcuni seggiolini da sostenitori del Napoli. Speriamo che vengano identificati anche loro: chi distrugge gli stadi, offende i morti o fa il passo dell’oca è meglio che se ne stia a casa sua. C’è sempre la tv, no?
Dal pugno duro al dialogo, al tentativo di dialogo. Che va fatto. A Pisa, sabato, si è tenuto un convegno su “Tessera del tifoso-Daspo-Legge Amato“. “Mi auguro che questo dibattito possa favorire un diverso rapporto tra tifosi e forze di polizia- ha detto il prefetto di Pisa, Francesco Tagliente, ex questore a Firenze e Roma- Ho appreso con grande interesse che anche il Consiglio Comunale di Pisa si muove nella stessa direzione. Ha approvato all’unanimità una specifica mozione auspicando un tavolo di confronto con prefettura, questura, Società sportiva Pisa 1909 (che ora milita in prima divisione dopo tanti anni di serie A, ndr) e tifosi della Curva Nord, per contribuire a riportare presenze e folclore allo stadio”. Lo stadio di Pisa ha appena avuto l’agibilità e il sogno di Tagliente, per ora solo sogno, è un derby Pisa-Livorno, magari per beneficienza.
Dal dibattito seguito agli interventi del dott. Roberto Massucci, vice presidente dell’Osservatorio, e dell’avv. Lorenzo Contucci, del vice questore Antonio Rainone dirigente della Digos di Pisa e del dott. Fabrizio Lucchesi è emerso “gli ultra sono una risorsa per la città e che interesse delle istituzioni è garantire loro il diritto all’ironia, allo sfottò per andare allo stadio in sicurezza, con goliardia e passione sportiva”. Lo strada, come si vede, è ancora lunga: ma è importante che almeno qualcuno ci provi. Complimenti alla Casertana, che si è presentata in campo con un logo anti-camorra. E complimenti a Giancarlo Abete: per l’amichevole Italia-Francia, 14 novembre a Parma, azzurri in campo contro la violenza sulle donne e biglietto gratuito per tutte le donne.