(F.Bianchi) – E’ arrivato il momento che i presidenti dei club prendano in seria considerazione i loro tifosi. Invece di lamentarsi sempre degli arbitraggi o spendere i soldi nel mercato, devono investire nel miglioramento degli stadi e soprattutto devono abbassare i prezzi dei biglietti. Venire incontro alle famiglie non a parole, come sinora: ma coi fatti. Preparare una vera, seria riforma dei campionati. In serie A quest’anno gli spettatori sono ulteriormente diminuiti: in qualche caso (vedi Milan) ha pesato il pessimo inizio di campionato ma i motivi principali sono i prezzi alti dei biglietti (oltre che dei trasporti), la concorrenza della tv e la percezione di insicurezza che si ha ancora nell’andare allo stadio, anche se a volte ingiustificata. Un problema che la Lega di serie A sottovaluta da sempre: l’importante per i presidenti sono i soldi delle tv e gli abbonamenti (in calo, tranne eccezioni). Il resto non interessa. Ha fatto qualche iniziativa la Roma made in Usa, è vero, ma adesso deve studiare il sistema, con l’Osservatorio del Viminale, in modo che chi ha riempito dopo anni la curva Sud, rispettando i criteri di legge (vedi controlli su “questura on line”), possa anche andare in trasferta. Fuori casa ormai sono pochissimi i tifosi: si è perso il gusto della gita al seguito della squadra del cuore. Situazione stadi: la legge adesso sta andando avanti alla settima commissione (istruzione pubblica e sport) del Senato: domani, martedì 9 ottobre, seguito della discussione con altri emendamenti presentati da ben sei commissioni e dalla commissione parlamentare per le questioni regionali. Bisogna chiudere in fretta, prima della fine della legislatura: altrimenti rischia di saltare tutto. C”è perplessità in alcuni partiti, anche nel Pd, nonostante gli sforzi dell’ex sottosegretario Giovanni Lolli.
Ma i club non devono considerare un alibi questo disegno di legge fermo ormai da tre anni. Si diano da fare da soli. La Juventus insegna: anche se i tifosi della curva ora si lamentano dei prezzi troppo alti (di Coppa). Ma la scelta del club bianconero è quella di fare “selezione” come è successo in Inghilterra, dove il problema della violenza degli hooligans è stato risolto, almeno in parte, anche alzando il prezzo dei biglietti. Così una fascia meno abbiente non ha più potuto andare allo stadio. Giusto? In un momento di crisi è molto discutibile, soprattutto in Italia. La Juve ha tantissimi abbonamenti in campionato (27.378) ma in Champions non ha fatto mini-abbonamenti. Sbagliando: bastavano 60 euro (per la curva) per le tre gare del girone. Venti euro a partita. Ma se contro lo Shakthar i posti meno cari costavano 40 euro, chissà che prezzo metteranno quando arriverà il Chelsea? Vero che sono in linea con le grandi squadre europee (Barcellona, Manchester United e c.) ma noi guardiamo in casa nostra.
Poi ci vorrebbe una riforma dei campionati ma a tutto raggio: Claudio Lotito oggi in radio ha proposto “una serie A a 18, una B a 20 e una Lega Pro a 60”. Pienamente condivisibile: ma molti presidenti di A non ne vogliono sapere di calare di due unità, questione di diritti tv. La B ha già deciso di scendere da 22 a 20 (ma quando non si sa), la Lega Pro il prossimo anno avrà ancora 69 club (se ce la fanno ad iscriversi…) e poi da 2013-’14 finalmente si passa a tre gironi di 60 club. Non si può più andare avanti con società come il Milazzo che falsano i campionati: e pare che ci siano già dieci club quest’anno che già adesso faticano a pagare gli stipendi. Adesso che siamo ad ottobre, figuriamoci ad aprile… Per fortuna che al fianco di Mario Macalli si è schierato Giancarlo Abete: il n.1 del calcio ha avuto un ruolo decisivo nel convincere il sindacato calciatori e l’assoallenatori che questo è il momento di avere coraggio e tagliare. Altrimenti i club falliscono a raffica…
Vola la Domenica Sportiva e Varriale cerca vie nuove
Enrico Varriale cerca di vivacizzare sempre più Stadio Sprint, sicuramente penalizzato dal calcio-spezzatino: ogni settimana un ospite in studio, ieri aveva Abete (la settimana prima Rosella Sensi) che ha promesso la riforma della giustizia sportiva. Risultato: 9,36% di share, 1.182.000 spettatori per Stadio Sprint. Novantesimo Minuto tiene sempre la concorrenza di Cielo: 2.121.000, 14,65% di share per la trasmissione di Franco Lauro (molto bravo Boniek, fra i migliori opinionisti Rai). La Domenica Sportiva, condotta da Paola Ferrari, sta andando molto bene quest’anno: 13,73% di share e quasi dure milioni di spettatori (1.940.000). Non particolarmente efficace invece l’intervista di Carlo Paris a Gazzoni Frascara in “5 minuti di recupero”: 16,50% e 4.238.000 (la trasmissione arriva dopo il traino del Tg1).
Petrucci: “Ecco come cambierà la giustizia sportiva”
Oggi in Giunta Coni, dove siede anche Giancarlo Abete, si è parlato di riforma della giustizia sportiva. Che sarà fatta finita questa ondata di processi di calciopoli (ma pare che i deferimenti possano slittare a dopo le elezioni Figc, a dopo il 14 gennaio: speriamo non sia così). Giovanni Petrucci è stato chiaro: ” 1) La responsabilità oggettiva rimarrà ma sarà ritoccata. 2) Bisognerà discutere col prossimo governo, e lo farà il mio successore, sulla scelta degli organi di giustizia sportiva. Giusto che ci sia un concorso ma scegliamo anche gente che abbia esperienza nel mondo dello sport. 3) Ci vuole un rapporto di maggiore intesa fra Procure della Repubblica e organi di giustizia sportiva: anche qui se ne occuperò chi verrà al mio posto. 4) In alcune casi bisogna accelerare i tempi delle inchieste sportive”. Vero Palazzi? Petrucci, correttamente, ha evitato qualsiasi esempio: ma certe indagini giacciono nei cassetti di via Po da troppo tempo ormai.
E’ nata la Tv della Lega di serie B
Andrea Abodi, presidente della Lega di serie B, ha un pregio (che per qualcuno magari è un difetto…): quando promette, mantiene. Ecco allora l’esperimento della Tv della Lega di serie B: la volontà di di realizzare, “pur consapevoli dei nostri limiti”, una piattaforma di contenuti e di marketing assolutamente innovativa e unica nel panorama italiano.
La criticità di breve periodo è rappresentata dal fatto che il canale – che diventeranno nove il sabato – trasmette sul digitale terrestre di seconda generazione (DVB-T2) che per essere visto ha bisogno di un decoder o di una Tv con il T2 integrato. Dal 2015 anche in Italia il sistema trasmissione/ricezione sarà solo in T2, una tecnologia che ha queste caratteristiche: consente di vedere in modo straordinario l’attuale digitale terrestre; migliora sensibilmente la qualità audio-video; offre una più ampia interattività; ha una più ampia capacità trasmissiva.
La Lega di B sarà la prima in Italia a trasmettere (sulla piattaforma di Europa 7) con questa tecnologia, con qualche limite iniziale, ma anche “con una forte spinta di comunicazione e con il merito di aver aperto un fronte in un settore strategico” (come spiegano da Milano).
Nella prima fase previsti tre fronti: garantire un prodotto televisivo [9 partite in diretta a giornata + repliche e sintesi]; – favorire la diffusione di decoder e dei televisori T2; promuovere la vendita di abbonamenti. Saranno sviluppati quattro canali di promozione.
Giornata nazionale dello sport paralimpico: in gara anche a Mirandola
Luca Pancalli, n.1 del Cip, ha presentato stamani al Coni la settima giornata nazionale dello sport paralimpico. Presenti Petrucci, Pagnozzi, la Sensi e Enel Cuore, che sponsorizza l’iniziativa in calendario giovedì 1 ottobre. Dieci le piazze coinvolte: da Roma a Cagliari, passando anche per Mirandola, città del modenese dove, ha spiegato Pancalli, “di 84 impianti sportivi ce ne sono 52 inagibili dopo il terremoto”. Coinvolti trentamila studenti e campioni paralimpici come Cecilia Camellini. Testimonial della campagna, Alex Zanardi, Bellissimo lo slogan, dedicato a tutti:”A volte per rialzarsi in piedi non servono le gambe”.
Fonte: repubblica.it