(A. Cruciani) – Hanno dieci secondi di tempo a testa. Vince chi riesce a dire più termini tecnici della disciplina dell’altro. Federico Balzarettiscatta subito, comefa sulla fascia della Romao della Nazionale: «Plié, pas de bourrée, spaccata, e poi…». Si ferma, mentre sua moglie Eleonora Abbagnato ridacchia:«Ma dai, spaccata». Il difensore si schiera subito… in difesa: «Perché non va bene la spaccata? La fate sempre voi ballerini». «Sì, sì», continua a prenderlo in giro la prima ballerina dell’Opéra di Parigi. Ora tocca a lei: «Fuorigioco, calcio d’ang…». Il marito la interrompe subito: «Conosce il termine, ma secondo me non sa che cosa sia. Lo sai?». «Sì, certo», ribatte lei, «il fuorigioco è quando c’è più di un difensore davanti… ».«Visto?», commenta Federico. E scoppiano a ridere tutti e due. Fa sentire qualche strillino anche la loro bimba, Julia, nata 8 mesi fa. Guai a toglierla dalle braccia del papà, che ha ritrovato dopo tanto tempo. Perché la loro è una famiglia “in volo”, abituata a riunirsi solo quando il calare del sipario coincide con il triplo fischio dell’arbitro. Anche stavolta è andata così: mamma e figlia sono arrivate il giorno prima dalla Francia, raggiungendo Balzaretti a Roma, dove vive insieme a Ginevra e Lucrezia, 4 e 7 anni, avute da un precedente matrimonio.
Quando riuscite a vedervi?
Federico:«Cerchiamo di incontrarci appena abbiamo un giorno libero».
Eleonora: «Almeno una volta ogni due settimane. Lavoriamo entrambi 6 giorni su 7 e a me spesso capita la domenica libera, quando Fede gioca. Mentre a lui il lunedì, quando io ho le prove».
A chi è dispiaciuto di più il mancato passaggio al Psg?
E «La più delusa sono stata io. C’era già stata una richiesta da parte del club a gennaio. Ma poi credo che la società abbia preferito farlo restare a Palermo. E così c’è passato il treno».
F «Nessun rimpianto, però. Dopo che il Palermo mi disse che non aveva intenzione di rinnovarmi il contratto e fui messo sul mercato, non ebbi dubbi sulla scelta quando ci fu l’opportunità di andare alla Roma».
E «È la Capitale, è più facile da raggiungere ed è anche la città dove mi capita di lavorare di più in Italia.E poi a Federico piaceva solo Roma»
Federico, all’inizio della vostra storia ha mai pensato: “Ora mi tocca andare a vedere un balletto”?
F (ride) «In efetti non mi eramai capitato prima. Adesso però vado sempre volentieri all’Opéra, piace molto a me e anche alle bambine».
E «Dopo aver visto La Signora delle Camelie, voleva interpretare il protagonista!».
A una ballerina piace lo stadio?
E «Io sono nata allo stadio! Mio papà mi portava sempre a vedere il Palermo, era un dirigente. Ma avrei preferito stare a casa e vedere i video dei balletti».
Che cosa avete provato la prima volta che l’altro è venuto a vedervi giocare o ballare?
F «Era Palermo- Maribor di Europa League! Ci pensavo prima di entrare in campo e,durante lo schieramento, mi piaceva vederla in tribuna. Dopo il fischio d’inizio però si pensa solo alla partita. Vorrei che Eleonora venisse più spesso».
E «Ero contenta e speravo che gli piacesse lo spettacolo. È venuto all’Opéra a vedere…»
F «Era l’Arena di Verona! Avevi vinto un premio».
E «Giusto! Gli Oscar della lirica».
A proposito, chi ha vinto di più tra voi due?
E «Io».
F «Lei».
E «Da quando l’ho conosciuto, Federico ha vinto soprattutto la Nazionale. Mi diceva che era il suo sogno ma ripeteva: “Non mi capiterà mai, forse in un’altra vita”. Due-tre mesi dopo doveva venire da me a Parigi per un weekend, quando è arrivata la chiamata in azzurro».
F «A Parigi sono andato lo stesso».
E «È vero, ed è ripartito alle 5 del mattino per il suo primo raduno in Nazionale. Gli ultimi due anni sono stati molto importanti per la sua carriera. Invece io ormai sono vecchia!».
Avete entrambi carriere brevi. Già pensato a cosa fare in futuro?
E «Mi sa che la mia carriera sarà più lunga! Ho un contratto con l’Opéra fino a 42 anni».
F «Poi avremo finalmente modo di stare insieme. Appena smetterò di lavorare penso che andrò da lei a Parigi. Dopo valuteremo».
Ci sono punti in comune tra le vostre professioni?
F«Secondo me sono simili. Ci alleniamo molto, la disciplina ferrea».
E «E poi i lamenti…» (iniziano a ridere).
F «I dolori…».
E «La stanchezza…».
F «Le risonanze…».
E le differenze?
E «Il mondo della danza è più piccolo e più chiuso. Fede ogni tanto mi chiede se non mi annoio a fare sempre le stesse cose».
F «Perché nella danza non c’è mai il gusto di scoprire come va a finire. Dopo ogni balletto gli applausi li prendono sempre!».
e «Non è vero, fischiano anche a teatro! ».
Allenamenti duri per tutti, tanti sacrifici, ma una volta arrivati al vertice i calciatori guadagnano molto più dei ballerini.
E «Noi ci alleniamo anche più ore!».
F (ridendo) «Non più, con Zeman ora è uguale».
e «Però io non posso lamentarmi dello stipendio. In Francia abbiamo il contratto fino a 42 anni. È l’unico teatro al mondo che riserva un buon trattamento economico ai ballerini».
Esistono coreografi alla Zeman?
E «Sì, sono tutti molto esigenti. Ora non c’è più, ma Roland Petit era anche più duro di Zeman, ci insultava direttamente. Ma ci amava anche tanto».
F «Io con Zeman mi trovo benissimo. È una persona molto più simpatica di quello che si pensa. È di poche parole, ma ci puoi parlare di tutto e scherza tantissimo. Mi dice che sono scarso coi piedi!».
E (sgranando gli occhi): «Ma non è carino a dire così».
F «Ma lo fa per prendermi in giro!».
A proposito di piedi, ci lavorate tutti molto. Ve li controllate mai?
F «Sì, io ho anche il collo del piede da ballerino».
E «Nooo».
F «Come no? Dici sempre che ho un bel piede. I suoi però sono molto più rovinati dei miei».
Ee «Per questo facciamo figli, così quando non riusciremo più a camminare ci aiuteranno loro».
Federico, in campo i suoi capelli sembrano pettinati come lo chignon delle ballerine. Chiede consiglio a Eleonora su come farlo?
F «Sì, mi ha fatto vedere come si fa. Ma io uso gli elastici, non le forcine!».
E «Vero. A volte glielo faccio anch’io».
Come si conciliano una palermitana con un torinese?
E «È più siciliano Fede di me. E poi sono stata poco a Palermo, l’ho lasciata a 12 anni per andare a studiare danza a Montecarlo, Cannes e infine a Parigi».
F «Capito?! Poi si lamentano i ballerini: Montecarlo, Cannes e Parigi. Mentre io, la prima volta che mi sono spostato, sono passato da Torino a Varese! Ho sempre adorato la mia Torino ma Palermo è la città dove sono stato meglio».
E «Per l’arrivo di Julia, ci abbiamo vissuto tutti e 5 insieme per quasi un anno».
Che cosa manca ancora alla vostra carriera?
F«Sogno di riuscire a fare il Mondiale in Brasile. Lo sognavo da bambino guardando Holly e Benji. Già partecipare a un Mondiale è il massimo, poi in Brasile, che è la patria del calcio, sarebbe il massimo del massimo!».
E «Non credo mi manchi qualcosa. Ora tendo a scartare i balletti molto tecnici, quelli del repertorio classico, perché credo che vadano fatti quando si è più giovani. Sono più attratta dai coreografi contemporanei e dalle creazioni pensate su di me».
Federico, durante il calciomercato, disse che più di giocare in Champions League per lei era fondamentale trovare una squadra che semplificasse la vita familiare. Crede che Eleonora avrebbe fatto lo stesso?
F «No!».
E «Parigi non la lascio!».
F «E poi nella danza non c’è la Champions!».
E (seria): «La diferenza con il calcio è che, vista anche la carriera che ho fatto, posso coordinarmi con la direttrice sul calendario degli spettacoli: all’Opéra siamo 157 ballerine, di cui 10 prime ballerine».
Una moglie e tre figlie, dura con tante donne?
F«Durissima, sono costretto a mangiare i loro avanzi! ».
E «Ma se sono tutte cotte di lui».
Continuerà a far figli finché non arriva il maschietto?
F«Mi piacerebbe avere altri figli,ma non è necessario il maschietto. Ora che nasce ho già smesso di giocare e si domanderebbe: “Ma questo non fa niente tutto il giorno?”.E poi Lucrezia, la mia figlia più grande, sa tutto di calcio».
E «È vero. L’altra notte mi ha telefonato alle tre a Parigi: “Ele, dormi? Sai che ha fatto il Napoli?”. A me lo chiede, poi…».
Le bimbe tifano per il papà. E voi?
F «Fino ai 12 anni tifavo Milan, perché c’era Van Basten. Dopo, giocando nelle giovanili del Toro, ero granata». E «Juve, ma solo perché mi piacevano i colori. E Palermo».
Eleonora, è prima ballerina in uno dei teatri più prestigiosi del mondo, però nel calcio viene definita “wag”. E «È vero, sono una wag! So che alcune mogli di calciatori fanno solo shopping, ma ne conosco molte che lavorano duramente».
Come lei, appunto. Riuscite a far coincidere almeno le ferie?
E «No, io le ho ad agosto quando sta per ripartire il campionato di calcio».
F «Però siamo sempre riusciti a farci le nostre vacanze. La nostra luna di miele è durata addirittura cinque giorni: un vero successo!».