La prossima meta di Osvaldo sarà la Juve. A sostenerlo o almeno a considerarlo probabile sono i bookmakers inglesi, che della scommessa da secoli hanno fatto un’arte e non una ragione per finire in Procura dalla parte sbagliata della scrivania. Per essere più precisil’eventualità che il bomber romanista si trasferisca da Trigoria a Vinovo viene quotata dal sito Stanleybet a 3, con l’Inter a 4, il Milan a 9 insieme al Chelsea, segue il Liverpool a 10, Valencia e Atletico Madrid si puntano a 16. Potrebbe sembrare un gioco, invece non è, perché a sbagliare previsione si fa una brutta fine soprattutto quando tieni il banco. Il che non significa ovviamente che Osvaldo vestirà sul serio la maglia bianconera nel prossimo mese di gennaio, ma che i presupposti per raggiungere un’intesa sul piano teorico ci sono tutti. E per capirlo non bisogna aver preso la residenza Oltremanica.
IL RIFIUTO – Il presupposto che ha portato i bookmakers a interessarsi di Osvaldo è chel’italo-argentino sia destinato a lasciare la Roma in tempi brevi. Una tesi ricorrente già durante l’ultima estate, anche se va detto che tanto Walter Sabatini , quanto Franco Baldini hanno sempre opposto netti rifiuti a chi si è presentato a chiedere informazioni a tal proposito. Che a muoversi siano stati soprattutto degli intermediari potrebbe essere alla base di quei rifiuti, ma anche no. In fondo l’operazione rilancio di Osvaldo, dopo un anno a tinte grigie, ci stava tutta. Anche perché per averlo la Roma aveva stanziato un anno prima la non indifferente cifra di 17,5 milioni.
I FATTI LORO – Una cosa sono le ragioni economiche, altre quelle tecniche. In tal senso le problematiche emerse di recente si potevano prevedere già in estate, anche se il ritorno in giallorosso di Zdenek Zeman ha contribuito a farle sottovalutare, con l’ambiente giallorosso convinto di poter assistere a una sorta di festival del gol. In realtà l’idea di far coesistere Osvaldo , Totti , Lamela e Destro presuppone una buona dose di ottimismo. E soprattutto la massima disponibilità dei diretti interessati ad andare contro le proprie attitudini. Il risultato è che arrivati a inizio ottobre Zeman recita: « Osvaldo e De Rossi pensano più ai fatti loro che alla squadra». Tesi pericolosa da sostenere visto il nome e la storia dei diretti interessati, ma che nasconde più di una di verità, se (come pare) le parole del boemo si riferivano a ragioni tattiche e non a un lassismo negli allenamenti come era parso scontato a una prima frettolosa lettura.