(S .Carina) – Ci risiamo. Dopo un anno il copione è sempre lo stesso. Nella scorsa stagione il primo vis a vis tra tecnico (all’epoca Luis Enrique ), dirigenza (Sabatini e Fenucci , visto che Baldini arrivò a ottobre) avvenne all’indomani della debacle in Europa League e lamaro debutto in campionato con il Cagliari. Dodici mesi dopo, la situazione è identica con il solo ritardo di una ventina di giorni sul calendario.
DIVERGENZE Cambiano i calciatori, i tecnici, le filosofie di gioco ma la nuova Roma formato Usa sembra non trovare pace. In campo e fuori. E questo, nonostante all’esterno si voglia trasmettere lidea di un club (e quindi proprietà, dirigenza, tecnico e squadra) coeso, unito e convinto delle proprie idee. In realtà qualche crepa è già evidente […]. Partiamo proprio da Baldini che sabato dichiara: «La Roma non è abituata alla vittoria e nemmeno le manca, probabilmente». Poche ore dopo Zeman lo smentisce: «Non sono d’accordo, anche qui si vuole vincere». Il tecnico rilancia allora sugli obiettivi stagionali: «Possiamo competere per lo scudetto». Stavolta – e senza considerare il battibecco tra i due nel post-gara dell’altra sera – è De Rossi a confutare il tecnico: «Si fa male alla piazza se si pensa allo scudetto. Dire che la squadra è costruita per vincere il campionato è sbagliato». E poi il turno del ds Sabatini che, nel motivare l’1-4 contro la Juventus, rispolvera un pensiero già espresso da Baldini dopo le 4 sberle rimediate a Lecce ad aprile («Alcuni calciatori sono sopravvalutati») con l’aggravante che è trascorsa una sessione di mercato, che diversi giocatori dei quali parlava il dg sono andati via e che altri ne sono arrivati […]
MALESSERE Nonostante tutto, una cosa è certa: Zeman non è in discussione. Lo ha ribadito il ds pochi giorni fa: «Non lo difenderemo perché non serve». Sarà però fondamentale mettere a tacere i primi sussurri che provengono dallo spogliatoio. Quelli che tutti negano ma tutti conoscono. Tra chi si lamenta di allenamenti troppo faticosi, chi vorrebbe un atteggiamento tattico più accorto, chi amerebbe essere impiegato in un ruolo diverso e chi denuncia un dialogo assente con il tecnico, la lista è lunga. Malessere che vive anche l’ad Fenucci. Il dirigente si sente depotenziato a favore dell’omologo americano, Pannes . Non a caso il suo nome è tornato ad essere accostato al Milan.