Zeman di fronte a sé domenica troverà uno dei migliori tecnici italiani messisi in mostra nelle ultime stagioni, che a Bergamo ha trovato l’ambiente ideale per esprimersi. Non è il primo romano ad ambientarsi perfettamente nel bergamasco, basti pensare, infatti, ai vari Doni, Bernardini e Tiribocchi, che con la maglia della Dea hanno vissuto le loro migliori stagioni. Stefano Colantuono, nato nel 1962 proprio nella Capitale e di dichiarata fede romanista, può vantare un passato come calciatore e come giocatore di calcio a 5: in serie A ha esordito con la maglia del Pisa nel 1985, per poi spostarsi prima ad Ascoli ed in seguito ad Avellino. Proprio in quegli anni Zeman iniziava a farsi apprezzare come tecnico, da prima nelle giovanili del Palermo, poi alla guida di numerosi club di serie b e C, tra cui il Parma, con sui sconfisse il Real Madrid in precampionato prima di essere esonerato. E mentre il calciatore Colantuono si affacciava al calcio a 5, vincendo uno scudetto con la BNL, il nostro tecnico poneva le basi per la Zemanlandia foggiana, che gli ha decisamente permesso di affermarsi nel calcio che conta.
Gaucci aveva intravisto il talento e le doti di leader di leader del difensore centrale romano, durante la sua ultima stagione da calciatore nella Sambenedettese (stagione 2000-2001, che i tifosi giallorossi ricordano sicuramente per ben altri motivi), tanto da affidargli la guida tecnica della squadra nell’estate del 2002. In quelle stagioni Zeman cercava di affermarsi, senza successo, nella provincia campana (Napoli, Avellino e Salernitana), vivendo una delle più buie parentesi della sua carriera, durante la quale sembrava giunta l’era del tramonto per il suo calcio che tanto aveva incantato negli anni ’90.
Ma Colantuono si afferma come mister dell’Atalanta tra il 2005 ed il 2007: prima la promozione in A, trascinato da Zampagna, poi la permanenza nella massima serie grazie a 50 punti conquistati. Risultati che gli hanno permesso di trovare la giusta visibilità, ma che lo hanno portato evidentemente sulle panchine sbagliate: Palermo è un’esperienza fallimentare, e possiamo immaginare perché vista la presenza di un presidente come Zamparini, mentre a Torino viene prima cacciato e poi richiamato da Cairo, ma fallisce la promozione ai play off. Decide così di tornare all’Atalanta, scrivendo quella che è la storia contemporanea dei bergamaschi, mentre Zeman, dopo una splendida annata a Pescara, vuole iniziare a scrivere una storia diversa a Roma, regalando ai suoi tifosi quelle soddisfazioni che sognano da troppo tempo.
L’Atalanta quando affronta Zeman segna in media 2 reti a partita, Colantuono nella sua città non riesce a vincere: l’obiettivo dei tecnici sarà quello di sovvertire queste statistiche sfavorevoli. Mentre la Roma scenderà in campo seguendo il solito 4-3-3 zemaniano classico, gli avversari saranno schierati con un 4-4-1-1, schema a cui il tecnico nerazzurro è molto affezionato. Colantuono nelle ultime stagioni si è fatto notare per il bel gioco espresso dai suoi ragazzi: la sua squadra ha ottenuto ottimi risultati, come la recente vittoria di San Siro sul Milan, o il 4-1 con cui si è imposto sulla Roma di Luis Enrique la scorsa stagione, allo stadio Atleti Azzurri d’Italia. E’ normale aspettarsi una gara aperta e piena di occasioni da goal, che vedrà di fronte due compagini che devono riscattarsi dopo le rispettive umiliazioni subite negli ultimi 90’ di gioco. La Dea dovrà far fronte alla crisi di difensori centrali, ruolo in cui verrà schierato probabilmente Peluso, che ha conquistato la nazionale grazie alle ottime prestazioni da terzino. Le punte di Zeman dovranno sfruttare questa situazione favorevole.
Il regista, colui che ha le chiavi del gioco, sarà Cigarini, autore del goal decisivo contro il Milan di Allegri, mentre il punto forte del gioco dei nostri avversari sono i due esterni alti: Schelotto e Moralez. Zeman dovrà bloccare loro per cercare di bloccare il gioco bergamasco. Particolare attenzione dovrà essere rivolta proprio nei confronti del piccolo esterno sinistro, che giocherà sulla fascia debole della Roma. Ogni squadra di Colantuono può contare su una punta centrale potente fisicamente, forte nelle sponde, con un buon senso del goal: a Roma ricordiamo bene Denis, che più volte ha punito le nostre difese (dalla squadra di Ranieri a quella di Luis Enrique). La speranza è che il giovane Marquinhos, che dovrebbe partire titolare, riesca a fermare l’ariete ex Napoli.
Luca Fatiga