Durante la trasmissione “La città nel pallone”, in onda tutti i giorni sui 99.8 di Radio Ies, è intervenuto l’ex tecnico del Siena Giuseppe Sannino, per parlare del momento della squadra giallorossa, dopo la sua visita a Trigoira di questa mattina. Ecco le sue parole.
Mister si trova a Trigoria?
“Sì, sono ancora qui a Trigoria. Ho avuto per un paio di giorni la fortuna di vedere gli allenamenti di Zeman. Ho unito l’utile e il dilettevole. Quando si sta fermi, sempre meglio studiare”.
Com’è il clima a Trigoria?
“Si sta bene. C’è un bel clima (ride ndr). C’è grandissima serenità nel gruppo e nel lavoro. Queste settimana, forse per il risultato positivo, si sta un po’ meglio, ma noto che c’è grande disponibilità e grande voglia di fare.
Come mai ha scelto di seguire gli allenamenti del tecnico boemo?
“Sono sempre stato un allenatore etichettato per la bravura in fase difensivia, e visto che Zeman è un grande per la fase offensiva, sto cercando di apprendere qualche segreto da un maestro come lui, in modo da fare una crasi dei due sistemi di gioco”.
Chi l’ha impressionata di più?
“Marquinhos, Lamela e Osvaldo. L’attaccante italo-argentino mi ha stupito per la sua forza atletica e la sua tecnica. Totti e De Rossi poi, sono dei miti e dei ragazzi straordinariamente umili e disponibili nel loro essere campioni. De Rossi e l’ago della bilancia di una squadra, mentre Totti è la qualità. Lamela ha fatto grandi progressi dal suo arrivo. Pjanic e Bradley sono inveci molti importanti.
De Rossi interno o centrale?
“Può giocare in tutti e due i ruoli essendo un campione”.
Florenzi?
“E’ un ragazzo straordinario per la sua serietà e la sua umiltà. Sembra avere tutte le caratteristiche per sfondare”.
Destro?
“E’ stato un po’ sfortunato nelle realizzazioni, ma lui deve apprendere da ogni tecnico e ogni campione che gioca con lui. Questa di essere arrivato alla Roma è un occasione d’oro e se manterrà questa fame, farà grandissime cose. E’ cambiata la piazza, molto più difficile rispetto a Siena, ma deve essere affamato come era in Toscana”.
Le difficoltà nella prima parte dell’esperienza a Siena?
“Lui era arrivato come un giovane di belle speranze. Un ragazzo che doveva far vedere quello che era capace di fare, ma aveva prima di lui gente come Calaiò e Larrondo, ma Mattia è stato bravo a trovare il suo spazio. il merito è stato suo. Deve fare la stessa cosa con la Roma”.
Cosa manca alla Roma, per arrivare ai livelli della Juventus?
“Sono due filosofie diverse. Il paragone ora, è impossibile. Conte in due anni ha stravolto la Juve e ha costruito una squadra disegnata sul suo carattere. Zeman è stato sempre un allenatore d’attacco, veloce nell’arrivare sotto rete. La Juve fa del gruppo la sua forza, la Roma la fase offensiva.
Fonte: Radio Ies; La città nel pallone.