Dopo due mesi dalla data in cui si sarebbe dovuta giocare, cala il sipario su Cagliari-Roma. A scrivere la parola fine sulla partita mai disputata allo stadio Is Arenas, e a lasciare immutata la classifica, è stata la Corte di giustizia della Federcalcio che ha respinto il ricorso del club sardo contro lo 0-3 a tavolino deciso dal giudice sportivo dopo il rinvio del match del 23 settembre scorso. Rinvio decretato dal Questore di Cagliari dopo che il presidente Cellino, contravvenendo alla decisione di far disputare la gara a porte chiuse per l’inagibilità degli spalti dell’impianto di Quartu Sant’Elena, aveva invitato ugualmente i suoi abbonati allo stadio.
La decisione della Corte è arrivata dopo che la stessa, lo scorso 25 ottobre, aveva sospeso il giudizio dando mandato alla Procura federale di effettuare un apposito supplemento istruttorio riguardo alla svolgersi dei fatti. ”L’attività istruttoria della Procura ha chiarito i motivi che hanno portato al rinvio della gara – ha spiegato l’ad della Roma, Claudio Fenucci – Noi eravamo a Cagliari per giocare una partita che non si è disputata, e le motivazioni le conoscono tutti”. A impedire il fischio d’inizio, come spiegato dal giudice sportivo, è stata quindi ”la provocatoria iniziativa” di Cellino, ”causa diretta ed esclusiva dell’impedimento alla regolare effettuazione della gara”. E a nulla sono valsi i tentativi del patron del Cagliari di evitare il ko a tavolino. ”Oggi è morta una grande parte della mia anima sportiva. Con questa sentenza lo sport non c’entra nulla, è un film dell’orrore – ha commentato il patron dei sardi che ha annunciato ricorso al Tnas – Quel che è successo è uno schiaffo troppo forte per me. Dovrò ripensare il mio impegno nel club, dopo 21 anni in cui ho dato tutto”. ‘‘Nello sport si deve perdere e vincere sul campo, ma ora non è più vero. La Roma preferisce prendersi i tre punti a tavolino piuttosto che provare a giocare sul campo – ha quindi aggiunto Cellino – Il mio unico difetto è non essere rappresentato da una banca, di non avere il peso politico che ha la Roma (la cui proprietà e’ al 60% in mano agli americani del presidente Pallotta, e al 40% di UniCredit, ndr). Se la Roma vuole i punti in questo modo, magari la prossima volta risparmiamo sul pullman e gliela diamo vinta”. Parole che non sono piaciute all’ad giallorosso, Claudio Fenucci. ”La Roma non ha bisogno di regali da nessuno – ha sottolineato – Abbiamo solo ribadito le nostre ragioni e chiesto il rispetto delle regole su cui si fonda il calcio. Lo sport vince solo quando vengono rispettati i regolamenti”.