(G. Piacentini) Tutte le interpretazioni del post partita, le interviste «forzate» in televisione per aggiustare la situazione, le parole di tecnico e dirigenti perdono valore davanti alla forza delle immagini. E le immagini lasciano poco spazio all’interpretazione: subito dopo aver segnato il (gran) gol dell’illusorio 2-3, Miralem Pjanic si rivolge alla panchina e nella sua lingua urla delle frasi che non sembrano d’amicizia. Zeman si volta verso il suo vice Cangelosi e gli chiede: «Ce l’ha con me?», ricevendo una risposta affermativa. Il caso Pjanic esisteva già prima del derby ma dopo la gara con la Lazio è esploso in tutta la sua forza. «Pjanic è un buon giocatore – ha spiegato Zeman dopo la partita – ma a me interessa fare una buona squadra e con lui in campo non abbiamo equilibrio».
Una bocciatura che sembra definitiva e certificata anche dai numeri – 252 minuti giocati in stagione, solo 3 volte titolare – per quello che lo scorso anno è stato uno dei colpi di mercato di Walter Sabatini. Non una scommessa ma una certezza, un calciatore che a 17 anni era già titolare nel Metz e che poi è cresciuto per altri tre anni a Lione dove ha conosciuto la Champions (6 gol in 25 presenze). Ora sembra essere diventato l’ultima scelta di Zeman – con la Lazio prima di lui sono entrati Tachtsidis e Marquinho – che lo vede sempre più vice Totti che centrocampista. La scorsa estate la Roma ha rifiutato delle offerte importanti da parte di Barcellona e Tottenham: cosa succederebbe se a gennaio dovessero arrivarne altre?