(L. Valdiserri) – Di Zemanlandia, a Pescara, non si trova più nemmeno una briciola e pure a Roma ce n’è ancora poca, ma i tre punti conquistati ieri dai giallorossi aumentano morale e autostima. Seconda vittoria consecutiva e seconda partita senza prendere gol: non è ancora calcio spettacolo ma qualcosa sta crescendo.La prossima trasferta di Siena e l’amarcord con Vincenzo Montella, tra due giornate, daranno un quadro più attendibile sui reali obiettivi della Roma che, in attesa del posticipo di domani tra Lazio e Udinese, ha agganciato i biancocelesti a 23 punti. Vincere a Pescara non è un’impresa: ci erano già riusciti Inter, Samp, Lazio e Juve. Lo è ancor meno vincere per 1-0 (gol di Destro al 6’ su respinta imperfetta di Perin dopo una punizione di Totti) contro un avversario che nell’anno della promozione in serie A ne aveva segnati 90.
Però il risultato è più che giusto e la continuità dei risultati è la cosa più importante. Zeman non si è detto soddisfatto ma, almeno per una volta, potrà farsene una ragione: «Io voglio sempre vincere divertendo, non mi interessa rubare punti in giro per l’Italia. Penso che le vittorie debbano essere il premio di quanto espresso in campo». Zeman se ne va con tanti applausi dello stadio che fu suo, un regalo del presidente Sebastiani e tre punti. Ha schierato la stessa squadra che aveva battuto il Torino lunedì scorso, con la sola eccezione di Destro al posto dell’infortunato Lamela. È stato proprio l’attaccante, pagato 16 milioni di euro all’ultimo calciomercato superando la concorrenza della Juve, a segnare il gol decisivo.
Avrebbe potuto segnarne anche almeno un altro e ha dato vita a una buona prova personale. Tutta da migliorare, invece, l’intesa con Osvaldoche, guarda caso, ieri è stato il peggiore della Roma. Fare le pulci a una vittoria, però, è sempre una buona cosa. Da segnalare, semmai, che la Roma ha chiuso la partita con una sola punta in campo: Totti, ilmigliore della gara. Prima Zeman ha sostituito Destro (pestone alla caviglia) con Perrotta e nei minuti finali Osvaldo con Tachtsidis. Amemoria d’uomo non si ricorda una squadra zemaniana così poco offensiva, anche se soltanto per pochi minuti. Il Pescara ha creatomolto poco: giusto qualche mischione nel finale.
L’occasione migliore è stata un tiro di Abbruscato respinto in modo un po’ casuale da Piris. Il lavoro che attende Bergodi, al debutto sulla panchina dopo le dimissioni di Stroppa, è molto. Da ieri gli adriatici sono all’ultimo posto in classifica, la rosa è quella che è e il 5-3-1-1 schierato dal nuovo tecnico mette un po’ tristezza a pensare quello che si vedeva pochi mesi fa. Ma la serie A non è la serie B e il trio Verratti-Immobile- Insigne gioca altrove. Zemanlandia, forse, la rivedremo a Roma. Ma anche in questo caso resta ancora parecchio da fare.