(P. Vannini) – Di piccoli grandi uomini è disseminato il calcio. Franco Brienza, “brevilineo” secondo le definizioni tecniche, rientra in questa categoria. Il suo legame con Palermo diventa atipico se si considera che questa è una società in cui la maggior parte dei protagonisti è stata di passaggio. Lui invece va e viene da 12 (!) anni e alla gente è rimasto nel cuore (…)
Brienza, si ricorda da quanto non faceva gol al Barbera? Lo sa che in campionato, erano passati addirittura 7 anni, 29 maggio 2005, ultima giornata, rete alla Lazio? In mezzo qualche altro gol ma in trasferta o nelle Coppe.
«Una vita fa! Ma quello fu un anno bellissimo, nato quasi per caso. Non volevo rimanere, pensavo di non avere spazio. Invece Guidolin mi chiese di aspettare e poi mi diede fiducia. Segnai 10 gol, il Palermo arrivò sesto, ogni domenica lo stadio pieno».
Guidolin come Sannino ancora oggi sostiene che lei è uno dei calciatori più sottovalutati della serie A.
«Fa piacere sentirlo da uno come lui che di buoni giocatori per le mani ne ha avuti tanti. Ora che con l’età capisco meglio che significa fare l’allenatore, apprezzo ancora di più. Il mio futuro? E’ presto, mi sento ancora calciatore a tutti gli effetti. Ma resterò in questo ambiente».
Del Neri invece…
«Il suo calcio non prevedeva trequartisti, era faticoso trovare spazio. Ma toccava a me adattarmi solo che a quell’età non ero pronto». (…)
Col Milan però da trequartista, è arrivato al 100%.
«E’ la posizione forse più giusta per me ma oggi nel calcio devi saperti diversificare. Uno che vedo simile a me per esempio è Giaccherini, che si è adattato a fare l’esterno e persino l’interno. O all’estero David Silva del ManchesterCity che mi piace moltissimo».
Domani contro l’ondivaga Roma di Zeman.
«Mi sarebbe piaciuto giocare per lui, so che gli piaccio, qualche anno fa c’era stato anche un contatto. Come modo di insegnare calcio credo che Zeman sia il massimo. Ma le sue squadre hanno anche lati negativi che col Palermo cercheremo di sfruttare. La Roma è abituata a far gol e a prenderne tanti, concederà spazi; dipenderà da noi riuscire ad aumentare le loro difficoltà. Mi aspetto una partita scoppiettante».
Il Palermo gioca bene ma è in zona retrocessione.
«Non dobbiamo avere paura della classifica. Meritiamo molto di più dei punti che abbiamo, col Milan sopra di 2 gol dovevamo chiudere il match. Ci mancano esperienza e furbizia, non qualità. Se non l’avessimo non arriveremmo così tante volte davanti la porta. Quanto ai pareggi (4 di fila, ndc.) se non riesci a vincere, meglio non perdere…».
Brienza è tornato dopo 5 anni. Come ha ritrovato Zamparini e Miccoli?
«Il presidente forse è un po’ più presente rispetto ai primi anni, Fabrizio è diventato un leader. E’ l’uomo più determinante che ha il Palermo, il nostro punto di riferimento». (…)