(A. Maglie) – La sintesi di Walter Sabatini è impeccabile: la Roma fa cose belle e cose meno belle. Forse le seconde sono, al momento, prevalenti rispetto alle prime se è vero, come è vero, che la squadra giallorossa ha subìto molte rimonte. E’ evidente che questa medaglia a due facce è il prodotto di contraddizioni e di un matrimonio incompiuto, quello tra le idee di Zeman e le attitudini dei giocatori a sua disposizione. Un esempio, forse il più clamoroso su tutti: qual è il ruolo di De Rossi? Anche mercoledì sera, Zeman ha ripetuto che a suo parere è una mezz’ala aggiungendo che quel ruolo il ragazzo ha sempre interpretato. Nulla osta sulle convinzioni del tecnico (sono le sue e nessuno gliele può confiscare) ma che abbia sempre giocato mezz’ala stride con la realtà dei fatti perché con Spalletti faceva lo “schermo” davanti alla difesa[…]
La filosofia di Zeman ai tempi di Zemanlandia era semplice: segnare un gol in più degli avversari. Ora capita spesso che siano gli avversari a farne uno in più. E qui viene tirata in ballo la cronica debolezza della fase difensiva nella rielaborazione zemaniana. Nella Roma attuale, però, si intravede qualcosa di più e forse di peggio. Tanto per cominciare, i difensori a disposizione del boemo sono buoni giocatori ma o troppo acerbi (per età) o ancora inesperti (essendo arrivati in Italia da poco). In queste condizioni, faticano, come si dice, a fare reparto e i gol incassati anche a Parma ne sono in qualche maniera la conferma. Ma, come spesso sottolineano gli allenatori, se una squadra prende molti gol la responsabilità non è solo della difesa tanto è vero che si preferisce parlare di fase difensiva. […] Conclusione: i problemi della Roma non sono di tipo «filosofico» ma pratico. Ed è solo con la praticità che possono essere risolti.