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CORRIERE DELLO SPORT Totti è rinato col lifting del boemo
(R. Maida) Una colpa, una soltanto: ha 36 anni, e qualche ruga da uomo vissuto, che trasmettono una sensazione di precarietà, l’idea di una meraviglia che prima o poi dovrà finire. Per il resto, meglio abbandonare la retorica e far parlare il sentimento attraverso i numeri. Con il lifting calcistico che gli ha costruito Zeman, Totti è molto vicino al miglior Totti di sempre: da tre anni non arrivava al 5 novembre con quattro gol segnati, a cui vanno aggiunti tre assist vincenti. Inoltre, Totti è il calciatore più utilizzato di tutta la rosa della Roma (…)
UN BIMBO – Contro i luoghi comuni e i timori del suo stesso staff ha giocato allegramente tre partite in otto giorni, una delle quali su una palude, senza sentire dolore al ginocchio operato, quello che era stato visitato di ritorno dalla trasferta di Genova, raggiungendo quota 219 gol in serie A: è a un passo da Giuseppe Meazza, che occupa il terzo posto della classifica marcatori di sempre in serie A, e a sei da Gunnar Nordahl, il vero obiettivo di questo campionato. (…)
IL SEGRETO – Spesso gli hanno domandato: come fai, a pochi mesi dal 28 marzo che celebra i suoi vent’anni in serie A, a giocare ancora ad alti livelli? Tutti gli attaccanti della sua età hanno smesso, oppure sgomitano sui campi di provincia, oppure accettano ruoli secondari nelle squadre che li pagano. «Passione e voglia di lavorare» , risponde Totti, a cui non mancano la semplicità e il dono della sintesi. «Finché mi sentirò bene continuerò a giocare» ha ricordato dopo la doccia non voluta di Parma. Magari anche oltre il 2014, anno di scadenza del suo contratto da giocatore. Non sarebbe una sorpresa se andasse avanti «fino a 40 anni, come vorrei » (…)
L’AIUTO – Buona parte del merito della sua rivalutazione, se così si può definire, è stato di Zeman, bravo a convincerlo in quel pranzo estivo sulla Laurentina: «Se giochi centravanti prendi troppi calci. Meglio se fai l’esterno, come tredici anni fa» . Totti era perplesso, perché aveva già testato una stagione di fatica e perché si sente un uomo-gol. Ma l’allenatore degli schemi gli ha consentito di giocare fuori dallo schema. Totti parte dalla fascia sinistra per poi muoversi dove lo porta il talento: area di rigore compresa. Quando si parlava di 4-3-Totti-2 non era un’esagerazione. Era la fotografia di un dato di fatto. Non è nemmeno il 4-3-1-2 orizzontale di Luis Enrique, che lo allontanava troppo dalla porta. E’ un abito che permette al re di essere più elegante, anche grazie ad allenamenti mirati. «Francesco non fa i gradoni perché ha problemi con la schiena – ha scherzato domenica Zeman – sapete com’è, è la vecchiaia… Però corre tanto» (…)
E ORA? – Lui intanto fa di tutto per rendersi originale. Al Palermo ha segnato nel modo meno consueto, di testa (dei 274 gol con la Roma, solo 17 sono venuti in questa maniera). Nella fattispecie, ha superato se stesso avendo battuto Ujkani nonostante un forte dolore al naso per una botta presa un attimo prima da Morganella. Praticamente, ha buttato dentro la palla con le mani in faccia. E adesso mica si fermerà. Arriva il derby, di cui detiene il record di presenze (34 tra campionato e Coppa Italia) ma non di gol (8): gliene manca uno per raggiungere Delvecchio e Da Costa. E’ lo stesso gol che serve per raggiungere Meazza nella classifica assoluta e per timbrare la centesima rete della sua vita in trasferta. (…)