(A.Catapano) Due battute ascoltate ieri, affilate come lame, fotografano il momento romanista, straordinario concentrato di istinti suicidi e manie incendiarie. La prima: «Con questi dirigenti non vinceremo mai», che ricalca l’accusa che Nanni Moretti rivolse al centrosinistra italiano nel 2002. La seconda: «Zeman ha ragione: il derby è una partita come le altre, con la stessa gestione e, soprattutto, lo stesso triste epilogo». Cinque sconfitte in 11 partite giocate, 21 k.o. in 53 gare totali, tre derby consecutivi persi, eliminazione dal preliminare di Europa League nel 2011 e assenza dalle competizioni europee quest’anno: sono i numeri, tremendi, della gestione americana. […]
1 A Roma c’è un detto: «Il pesce puzza dalla testa».
Già, e infatti ieri i tifosi hanno messo nel mirino soprattutto dirigenti e proprietà, chiedendo le dimissioni di Baldini, l’allontanamento di Pannes (serve un manager più presente), un gesto forte di Pallotta e un segno da UniCredit. I manager, ora, sono tutti a rischio. La Roma intellettuale non piace più, le citazioni dotte non fanno più presa, travolte dalla mancanza dei risultati. Nè i tifosi gradiscono quella tendenza a stupire che li ha fin qui caratterizzati. «Basta con i fenomeni, serve concretezza», dicono da ieri. E, aggiungerebbe Spalletti, «normalità». L’origine di tutti i mali è proprio qui, nella pretesa di alcuni personaggi di passare alla storia. […]
2 Che nella scelta di Zeman abbia influito la piazza?
È stato un matrimonio di interessi, è evidente: Baldini ha scelto Zeman (pur non stimandolo tatticamente) per riaccendere gli entusiasmi dei tifosi e perché, rispetto agli altri candidati, il boemo ha avanzato meno richieste di mercato. Probabilmente Baldini e Sabatini dicono il vero quando giurano che la squadra è stata costruita di concerto con il tecnico.
3 Se è così, allora anche Zeman ha le sue responsabilità…
Enormi. Se ha imposto i suoi nomi (Tachtsidis, Goicoechea, Bradley, Balzaretti), avallato quelli di Sabatini (Piris, Destro) e confermato il blocco preesistente (De Rossi e Pjanic su tutti) con la stessa convinzione, è indifendibile. Più probabile che certe scelte gli siano state imposte, ma comunque lui le ha firmate.
4 E così si è ritrovato alcuni giocatori che non sente suoi…
Peccato che si tratti di un gruppetto di grandi nomi e/o prime donne: De Rossi, Pjanic, Destro, prima Burdisso e ora Castan, Stekelenburg. Un patrimonio tecnico ed economico enorme finito ai margini della Roma. Che ora rischia anche di travolgere il resto della squadra (Totti a parte). La gestione di De Rossi, in particolare, è stata suicida: perché accusare pubblicamente di scarsa professionalità un giocatore di quello spessore? C’è una strategia con la società per isolarlo e cederlo? Oppure, se voleva scuoterlo, ha ottenuto solo di tirargli fuori rabbia e frustrazione (e questo non diminuisce le responsabilità di De Rossi, sia chiaro).
5 A proposito, possibile che anche stavolta i giocatori se la cavino?
No, pure loro sono nel mirino. Da ieri nelle radio circolano nuove inquietanti ricostruzioni di notti brave e ritardi agli allenamenti. Di certo, i tifosi si aspettavano un gesto di buona volontà da parte dei calciatori, come hanno fatto i colleghi laziali togliendosi un giorno di lavoro.[…]