(A. Pugliese) – Sarà soprattutto il suo derby, nel bene o nel male. Perché dopo tutte le polemiche dell’ultimo mese (tra esclusioni, dolorini ed incomprensioni), oggi tanti occhi saranno piazzati proprio su di lui: Daniele De Rossi, l’uomo che doveva essere il nuovo volto della Roma americana e che invece sembra galleggiare tra la pressione del presente e l’incertezza del futuro. Oggi se giocherà bene sarà un trionfo con il dolce sapore della rivincita, se andrà male le polemiche si sprecheranno e la spaccatura con Roma città (e non solo) potrebbe diventare ancora più netta.
Storia «Baldini, Sabatini, Zeman: DDR non si tocca!» è lo striscione che in settimana i tifosi hanno appeso fuori da Trigoria. Un messaggio chiaro, intriso d’amore. DDR (che sta per Daniele De Rossi) viene però da una settimana strana, inaugurata con le «accuse» di Zeman («I dolori possono anche passare») e proseguita con i piccoli stop (gastroenterite) e le grandi manovre (provato sia da intermedio sia da regista). Oggi è il momento della verità, e De Rossi dovrà scrollarsi di dosso la pressione che gli mette solitamente il derby e lasciare il segno. Già, perché la storia tra Daniele e la Lazio è segnata più da macchie che da colori. Daniele, in tutto, di derby ne ha giocati 18 (8 vittorie, 3 pareggi e 7 k.o., compreso uno in Coppa Italia), anche se la sua prima stracittadina arrivò sulle tribune: era il 18 marzo 1990 e DDR aveva solo 7 anni, quando al Flaminio seguì il derby griffato Voeller. Poi ne seguirono altri nel settore giovanile (quando a volte veniva chiamato anche a fare da sparring partner alla prima Roma zemaniana), fino al debutto tra i grandi: 9 novembre 2003, con De Rossi che entra nel finale al posto di Cassano nel derby del tacco di Mancini.
Gioie e dolori Da lì in poi nella storia tra De Rossi e la Lazio c’è solo un gol (il temporaneo 3-2 dell’11 aprile 2009) e una grande gioia: il derby delle 11 vittorie consecutive di Spalletti, quando Daniele festeggiò con la scritta «meno» sopra la sua maglia numero 16, tanti quanti i punti di distacco della Lazio. Da allora non ha quasi mai brillato, come spesso succede a chi il derby lo vive anche da tifoso. Già, e da tifoso in questi giorni Daniele si è chiuso a riccio, evitando di alimentare qualsiasi polemica e facendo del silenzio la sua legge attuale. In molti si aspettano che risponda direttamente sul campo, molti altri non aspettano altro che faccia un passo falso per metterlo alla gogna. Nel bene o nel male, questo sarà il derby di De Rossi, c’è da scommetterci. E lui, in cuor suo, lo sa. E chissà che oggi non si prenda anche un bel carico di rivincite.