(F.Oddi) – Se la Nazionale Under 20 di Gigi Di Biagio gioca con il 4-3-3, è merito di Zeman. Come probabilmente il fatto stesso che Di Biagio abbia giocato in Serie A e con la Nazionale, trovandosi ora a cominciare la sua carriera da allenatore. «Mi ha preso in C1 e mi ha portato in A, dandomi un’opportunità enorme. Io forse sono stato bravo a seguire i suoi insegnamenti, ma se non mi avesse dato fiducia non avrei potuto fare nulla. Quella che un tempo si chiamava Serie C è piena di ragazzi di talento, ma serve uno che abbia coraggio e punti su di te. Anche se a dire il vero a portarmi a Foggia fu il d.s., Pavone. Ma lui e Zeman erano una cosa sola: appena mi ha visto, già sapeva che sarei piaciuto al mister».
E dopo Foggia, il mister lo ha ritrovato nella capitale. Che idea si è fatto dI questa Roma?
«Sono tutti contenti della partita col Palermo… ma io anche contro la Samp, il Bologna o l’Udinese, ho visto primi tempi di altissimo livello, con un gioco che a Roma non si vedeva da vent’anni. Col Palermo la prestazione è stata omogenea. Ma anche nelle altre gare c’erano stati momenti di gioco devastante, rovinati da qualche disattenzione nella fase difensiva. Che non vuol dire dei difensori: i gol arrivano se non ci si muove tutti e 11 nel modo giusto».
Lamela ci sta riuscendo, Totti pure.
«Guardate che Lamela i movimenti mica li ha capiti fino in fondo. Sta facendo benissimo, ma può migliorare ancora: ora scatta con la palla, quando comincerà a capire che deve attaccare lo spazio prima dell’arrivo del pallone farà ancora più gol di quelli che sta facendo in queste partite. Totti con Zeman giocherebbe pure se fosse al 50%. Solo che in questo momento sta al 200%: fa impressione vederlo così tirato».
De Rossi stenta, come mai?
«De Rossi sta dando tanto a livello di corsa, per dimostrare quanto ci tiene, ma corre male. Per me è un centrale che può fare anche l’interno, ma Zeman la vede al contrario. Forse da centrale tocca un po’ troppo la palla, per il gioco che vuole il mister. Ma lui è talmente bravo che potrebbe tranquillamente giocare a uno o due tocchi: lo ha dimostrato in passato, non capisco perché non ci riesca ora».
Ricordi legati al derby?
«Che alla Lazio, con la maglia della Roma, non ho mai segnato: ci avrei tenuto particolarmente, visto che sono cresciuto con loro ma non hanno creduto in me. Gli ho segnato con Foggia, Inter e Brescia. Persino con l’Ascoli, con cui ho giocato sette partite: venivano da nove vittorie di fila, noi fermammo la loro serie positiva».