(Massimo Perrone) – Il derby dà i numeri. Per raccontare 83 anni di sfide con prevalenza giallorossa (57 vittorie a 41 fra serie A e coppa Italia) dovuta in larga parte ai primi 19 incontri di campionato, che fecero registrare 12 successi della Roma e solo uno della Lazio. Dai numeri escono tante storie: quelle di Volk e Totti ma anche di Gottardi, il tradimento di Bernardini e quello di Selmosson. Storie in qualche caso drammatiche: lo sapevate che il primo presidente della Roma morì d’infarto allo stadio dopo aver visto la Lazio? Scopriamo la lunga storia del derby romano.
0 — I secondi giocati da Ammoniaci prima di essere espulso il 18 marzo 1979. La Lazio ha appena segnato il 2-1 con Nicoli, Lovati cambia D’Amico per perdere tempo. Il terzino romagnolo entra e si butta per terra: forse uno sgambetto di Boni, forse simulazione. Menicucci lo manda fuori.
1 — Il primo derby giocato Lazio-Roma 0-1, 8 dicembre 1929, gol di Volk allo stadio della Rondinella (accanto all’attuale Flaminio), 15.000 spettatori in larghissima parte giallorossi. Derby che Italo Foschi, segretario federale fascista, non avrebbe voluto. Come presidente della Fortitudo Roma aveva organizzato la fusione con Alba e Roman nel 1927: il generale Giorgio Vaccaro, che si fece nominare vicepresidente della Lazio prima di andare a discutere, lo dissuase a inglobare anche la Lazio nella nascente A.S. Roma. Vaccaro, ex presidente della Federazione rugby, fu poi segretario del Coni, presidente della Federcalcio e della stessa Lazio. Foschi, primo presidente della Roma (per un anno, fino al ’28), morì d’infarto nel 1949 allo stadio Nazionale, dov’era per Lazio-Genoa, apprendendo del 2-0 della Samp sui giallorossi.
2 — Le giornate di squalifica del campo, una a testa, comminate dopo il derby del 24 maggio 1931. La Roma segna il 2-2 con Bodini a 2′ dalla fine, è seconda in classifica a -3 dalla Juve (che quel giorno perde 4-0 a Bologna), vuole vincere. De Micheli insegue una palla andata in fallo laterale, ma Vaccaro, ai bordi del campo, la manda dall’altra parte con un calcio. Volano gli schiaffi: e poco dopo, al fischio finale, la rissa generale viene sedata solo dall’ingresso sul terreno dei carabinieri a cavallo.
4 — Vittorie della Lazio nei derby del 1997/98: 1 novembre 1997, Roma-Lazio 1-3; 6 gennaio 1998, Lazio-Roma 4-1 (coppa Italia, andata quarti); 21 gennaio 1998, Roma-Lazio 1-2 (coppa); 8 marzo 1998, Lazio-Roma 2-0. Quel 4-1 è la vittoria più netta che la Lazio abbia mai conquistato in un derby, eguagliata più tardi da un 3-0 del 2006. Nel ritorno di coppa apparve uno striscione in curva Nord, “Siete su Scherzi a parte”, mentre Gottardi volava in contropiede al 94′ per siglare un beffardo 2-1. Proprio quel Gottardi gran protagonista della finale poi vinta con il Milan, primo successo della superserie laziale (uno scudetto e 6 coppe) in 2 anni e mezzo, tra il 1998 e il 2000.
5 — I gol di Montella nel 5-1 per la Roma del 10 marzo 2002: l’unico poker nella storia del derby. Ne fece 3 nel primo tempo, “costringendo” Nesta a rifiutarsi di rientrare in campo nella ripresa fra gli insulti dei laziali, primo fra tutti Mihajlovic: e dopo la rete di Stankovic segnò ancora, prima del fantastico pallonetto di Totti che chiuse l’incontro.
5 — I gol segnati da Selmosson (2 con la Lazio e 3 con la Roma), unico giocatore capace di segnare con entrambe le maglie. Svedese, biondo, soprannominato “raggio di luna”, ispirò una commedia musicale di Garinei e Giovannini del 1955, intitolata appunto “La padrona di Raggio di luna”. La cessione alla Roma per 135 milioni di lire, causata da difficoltà finanziarie, scatenò rivolte di piazza e costrinse alle dimissioni (respinte) la Giunta Esecutiva laziale.
6 — I gol della Roma per il 5-0 del primo novembre 1933 a Testaccio, un mercoledì: lo scarto più clamoroso nei derby. In inferiorità numerica dopo 10 minuti (Del Debbio si fratturò una gamba), la Lazio subì 3 gol di Tomasi e 2 di Bernardini. Sì, lui, “Fuffo”, futuro allenatore della Nazionale, che aveva esordito nell’allora serie A a 13 anni, da portiere, con la maglia della Lazio, era stato – nel 1925 – il primo giocatore del CentroSud in Nazionale, e prima di arrivare in giallorosso era passato per 2 stagioni all’Inter.
11 — I gol di Da Costa nel derby, 9 in campionato e 2 in coppa Italia: un record tuttora insuperato. Li segnò in 8 partite consecutive fra il 1956 e il ’59 (e con le regole attuali gli sarebbe stata assegnata anche una rete per un 1-0 del ’60: deviazione di Janich su un suo tiro). Nato a Rio de Janeiro, figlio di un autista d’autobus, venne naturalizzato e giocò una sola sfortunatissima partita con l’Italia, che nel 1958 perse 2-1 contro l’Irlanda del Nord (suo il gol azzurro) e – per la prima e unica volta – non si qualificò per il Mondiale. Dietro Da Costa: Delvecchio 9 gol, Totti 8, Piola (miglior laziale) 7.
21 — Gli stranieri (di nascita, alcuni hanno il doppio passaporto) che hanno giocato l’ultimo derby (vinto 2-1 dalla Lazio): e anche questo è un record. Stekelenburg, Taddei, Juan, Heinze, José Angel, Simplicio, Pjanic, Lamela e i subentrati Lobont, Marquinho, Bojan per la Roma; Scaloni, Dias, Garrido, Gonzalez, Ledesma, Matuzalem, Hernanes, Klose più Alfaro e Diakite per la Lazio.