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IL MESSAGGERO Marcos il gioiello di Zeman

Roma-Torino Marquinhos

(M. Ferretti) – Alzi la mano chi nella passata estate, sentendo o leggendo che la Roma era sulle sue tracce, conosceva a fondo oppure aveva visto giocare Marquinhos con la maglia del Corinthians. Pochi, vero? A Marcos Aoás Corrêa, detto Marquinhos (ma sulla maglia numero 3 della Roma c’è scritto soltanto Marcos), brasiliano, classe 1994, sono bastate una manciata di partite per accattivarsi la simpatia dei tifosi giallorossi e, soprattutto, per diventare a tutti gli effetti un calciatore della Roma. Questo perché giocando lunedì sera contro il Torino, Marquinhos ha raggiunto l’ottava presenza per almeno un tempo e quindi, come da contratto, è scattato automaticamente il riscatto da parte del club di Trigoria. Dopo aver versato 1,5 milioni di euro per il prestito, la Roma dovrà ora staccare un assegno di 3 milioni in favore del Corinthians. Quattro milioni e mezzo di euro per acquistare a titolo definitivo un ragazzo di diciotto anni, destinato – a giudicare da quanto visto finora – ad una grande carriera.

Voluto alla Roma da Zdenek Zeman, che lo aveva scoperto quando il ragazzino di San Paolo giocava (era il capitano) della Seleçao Under 17 e che l’ha esplicitamente richiesto al ds Walter Sabatini, Marquinhos contro il Torino ha strappato due volte applausi convinti al pubblico dell’Olimpico: quando, con una scivolata in stile Juan, ha stoppato Bianchi lanciato verso Goicoechea e poi quando, in stile Vierchowod, ha rincorso e tolto il pallone al lanciatissimo Cerci, uno dei più veloci attaccanti del nostro campionato. Paragoni importanti, certo, ma confezionati sulla base di dati oggettivi. Quegli applausi come una vera e propria promozione sul campo. Marcos, del resto, è il vero, unico difensore titolare della Roma: lui c’è sempre e comunque, gli altri ruotano attorno a lui. Un aspirante fenomeno, in sostanza. Basti pensare che nei maggiori campionati europei non c’è un solo top team che proponga un diciottenne al centro della difesa, e questo vuol dire tanto. Il Real Madrid, per dirne uno, fa giocare in quel ruolo il francese Raphael Varane, ma il gigantesco ex Lens è nato nell’aprile del 1993 mentre Marcos è del maggio 1994.

Un ragazzino tutto casa, Trigoria e chiesa. Qualche settimana fa su Twitter ha postato una frase (“Non permettere mai a nessuno di toglierti l’ambizione di migliorarti. Rimetti le tue opere nel Signore e i tuoi pensieri saranno stabiliti“) che aiuta anche a capire l’approccio al lavoro di chi sogna di diventare Thiago Silva ma si accontenterebbe di ripercorrere la carriera di Aldair. E, c’è da scommetterci, ne sarebbero entusiasti pure i tifosi della Sud.

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