(O. D’Angelo) – Pescara è pronta a riabbracciare il Maestro. Ha fatto fatica a digerire la sua partenza, qualche mese fa, ma non ha mai smesso di amarlo. Zdenek Zeman torna da avversario nella sua città adottiva: gli è bastato un anno, il tempo di lasciare tutti folgorati dal suo calcio, per poterla considerare tale. Il boemo è un volto familiare ormai, in riva all’Adriatico. Uno di casa. «Sarebbe bello batterlo, una grande rivincita. Non doveva lasciarci», dicono malinconicamente alcuni dei tifosi. Eppure, anche se qualcuno medita la vendetta sportiva, Zeman è diventato in pochi mesi una presenza abituale, ricalcando le orme di Galeone. Perché Zeman la città abruzzese l’ha vissuta tutta, fino in fondo, nel suo anno di permanenza. Non solo centro sportivo, stadio e trasferte. La vita del profeta di Praga era anche fatta di semplicità, di abitudini comuni. In mezzo ai tifosi, alla gente, che ha costruito e coltivato questo amore consumato troppo in fretta. Ma che arde ancora. E’ di due settimane fa, il 12 novembre, l’ultima scappatella: approfittando dei due giorni di riposo concessi ai suoi giocatori, il boemo è tornato con il suo staff dalla famiglia biancazzurra. Cena in montagna, nella quiete di Villa Celiera, con il presidente Sebastiani, gli altri soci del Pescara e qualche amico.
Come Eusebio Di Francesco, altro pescarese verace legato a filo doppio alla Roma. Arrosticini, vino e olio novello, castagne. E giù a chiacchierare fino a notte fonda. Di calcio, di Roma e di Pescara. Una toccata e fuga che ha riacceso la voglia di Zeman e la vigilia di questo ritorno da grande ex. E tornando verso la capitale, quella sera, chissà quante volte gli saranno tornati in mente quei manicaretti con il pesce fresco del ristorante Franco, al porto turistico, dove ha ospitato anche Antonello Venditti lo scorso inverno. «Era a cena da noi ogni settimana. Spesso anche da solo. Sceglieva sempre lo stesso tavolo, vicino alla tv, per poter guardare le partite», raccontano i camerieri. Con il suo staff era sempre in zona Colli, nella pizzeria California. «Sì, il mister era spesso da noi, soprattutto per gli arrosticini. E’ un piacere rivederlo, anche se da avversario», dice Gianluca, il titolare. Quando voleva immergersi nella natura, si spostava solo di qualche chilometro: il Golf club di Miglianico, in provincia di Chieti, era il suo buen retiro. Gli amici veri andranno ad abbracciarlo questa sera in albergo. Gli altri, tutti i pescaresi che lo hanno amato, gli tributeranno un lungo applauso domani pomeriggio. E gli urleranno: «Bentornato, maestro». (…)