(D.Galli) The end. Oggi, la Corte di Giustizia Federale metterà la parola fine al giallo di Cagliari-Roma. Valuterà il ricorso della società sarda contro lo 0-3 assegnato alla Roma dal giudice della Lega di Serie A. La Corte dovrà decidere se il rinvio della partita da parte del Prefetto di Cagliari è dipeso o no dal comportamento del presidente del club rossoblù, dall’invito di Cellino ai tifosi a presentarsi lo stesso allo stadio Is Arenas nonostante il Prefetto avesse imposto di giocare a porte chiuse.
Le parti – Il Cagliari e la Roma – dovrebbero ritrovarsi davanti alla Corte verso l’ora di pranzo. Esattamente come il 25 ottobre, quando la Corte optò per il non giudizio: palla rispedita agli 007 di Stefano Palazzi per, scrissero i magistrati federali, «acquisire ulteriori elementi cognitivi e di valutazione in punto di fatto in ordine alla riconducibilità, anche a titolo di responsabilità oggettiva, ai sensi dell’art. 17, comma 1 C.G.S., della mancata disputa della gara Cagliari/Roma del 23.9.2012 al Cagliari Calcio S.p.A».
Come anticipato domenica da Il Romanista, nella sua relazione la Procura federale avrebbe descritto i fatti esattamente come stabilito dal giudice della Lega, Gianpaolo Tosel. A Cagliari, però, dicono di sentirsi sicuri. Fonti vicine al club di Cellino, che oggi si presenterà davanti alla Corte con l’avvocato Grassani (la Roma sarà rappresentata dal suo legale Sticchi Damiani e da uno tra Baldini e Fenucci), parlano di un asso nella manica, di una carta che non è stata calata in occasione della prima audizione, quella del 25 ottobre. Si tratterebbe, dicono, di un elemento nuovo che renderebbe invalida l’ordinanza prefettizia di rinvio dell’incontro. Sarà.
Eppure i fatti sembrano di una solare evidenza. La settimana che precedette la partita fu caratterizzata da un estenuante braccio di ferro tra il Cagliari e le istituzioni. Prima la Commissione provinciale di vigilanza dichiarò inagibile Is Arenas, l’impianto di Quartu Sant’Elena che ospita dalla scorsa primavera le gare interne del Cagliari e che tutto sembra tranne che uno stadio di Serie A, poi intervenne l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive “suggerendo” al Prefetto del capoluogo sardo di giocare a porte chiuse, indicazioni copiate e incollate dalla Lega. L’unico a opporsi fu Cellino, che sul sito della società aprì lo stadio ai tifosi rossoblù. Balsamo, il Prefetto, fu quindi costretto a rinviare Cagliari-Roma, tra lo sconcerto più assoluto della dirigenza giallorossa. Il giudice della Lega punì il comportamento di Cellino con lo 0-3 a tavolino. Oggi si consumerà l’ultimo atto di questa tragicommedia sportiva all’italiana. L’ultimo atto. Forse.