(M. Macedonio) – Nel giorno in cui l’Olimpico ricorda Gabriele Sandri, a cinque anni dalla sua morte, e lo fa peraltro nel modo migliore, con l’applauso che si leva da tutti i settori, le due curve in testa, nel momento in cui il fratello Cristiano fa il suo ingresso in campo con in braccio il proprio bambino, anche lui di nome Gabriele, con indosso la maglia che ricorda lo zio, nato nell’81, al di fuori dello stadio – come un’offesa a quel ricordo – non mancano purtroppo le cariche della polizia e i “soliti” incidenti tra tifosi.
Due, entrambi giallorossi, quelli aggrediti quando mancano ancora un paio d’ore all’inizio della gara: uno viene accoltellato e ferito all’altezza di un gluteo, l’altro colpito con un pugno. Subito soccorsi, non sono in gravi condizioni, anche se la tensione nei pressi dello stadio non poteva non aumentare, costringendo le forze dell’ordine ad alcune cariche di alleggerimento: nei confronti di ultras laziali che cercavano di forzare lo sbarramento nei pressi di Ponte Duca D’Aosta, e di un gruppo di romanisti che, riportano le cronache, lanciava petardi, bottiglie e una molotov. Undici i sostenitori laziali identificati dalla polizia alla fine degli scontri, mentre ne sono stati fermati tre, di cui due minorenni, con l’adulto in possesso di una bomba carta e un fumogeno.
Diverso, invece, il clima all’interno dell’Olimpico, dove si è dato libero sfogo agli striscioni di ogni tipo. E accanto a quelli goliardici, giocati sul filo dell’ironia o dell’aperto sfottò, non ne sono mancati, purtroppo, di altro tenore. Uno di questi, comparso in curva Nord, andrebbe segnalato anche sul piano penale, per l’offesa che si continua a perpetrare nei confronti di chi è di religione ebraica. “C’è chi tifa Lazio – recitava infatti la scritta, rimasta per diversi minuti al centro della curva biancoceleste, prima di essere ritirata – e kippah Roma”, con evidente riferimento al copricapo indossato dagli ebrei. Più “leggera” la risposta giallorossa, affidata ad esempio allo striscione “Pe’ fa capì che sei de sta città, ar Colosseo te fai fotografa”, dove il riferimento è alla foto ufficiale della formazione della Lazio con alle spalle l’Anfiteatro Flavio.
Quanto ai momenti più emozionanti del derby, restano confinati nel prepartita e nelle prime fasi della gara. Con il ricordo di “Gabbo”, che ha visto le due squadre, pur mantenendo i propri colori, scendere in campo indossando tutti la maglia numero 81 con il nome Gabriele stampato sulle spalle, mentre in Curva Nord cala una grande immagine con il suo volto. Da non perdere, invece, sul piano dei momenti più divertenti, il coro, anche qui all’unisono da parte delle due tifoserie, riservato al presidente della Lazio, Claudio Lotito. Quando, nei primi minuti di gioco, un black out temporaneo dell’impianto d’illuminazione dell’Olimpico fa sì che l’arbitro sospenda addirittura il gioco per un paio di minuti, è una sola la voce che si alza da tutti i settori, giallorossi ma anche biancocelesti: “Paga la luce, Lotito paga la luce…”.