(V.Vercillo) Dai mugugni agli applausi. Un percorso netto, con poche (pochissime) svolte, quello seguito da Osvaldocon la maglia della Roma. Giocatore che in poco più di un anno si è fatto strada prima sul campo, a suon di gol, poi nel cuore dei tifosi. Fino a conquistare la piena fiducia di Zeman. Perché quando Pablo Daniel Osvaldo, in arrivo dal lato meno nobile di Barcellona, rappresentato dall’Espanyol, è atterrato a Roma per occupare il posto appena lasciato libero da Mirko Vucinic, erano in pochi a dargli credito. Eppure oggi, anche se non al 100%, anche se ha bucato la rete avversaria solo una volta nella ultime quattro partite, è insostituibile. Contro il Torino sembrava destinato alla panchina. Il rientro anticipato dal ritiro della Nazionale per il problema alla caviglia destra, pochi giorni fa, aveva spianato la strada al suo diretto concorrente per il posto da centravanti nel tridente offensivo, Mattia Destro. Ma alla vigilia della sfida di campionato tra Roma e Torino, all’ex Siena non resta che mettersi l’anima in pace, almeno per ora. Quella casella sarà ancora una volta occupata da Osvaldo. Una fiducia, quella di Zeman nei confronti dell’italo-argentino, pienamente ripagata. Sei gol in otto partite, 17 in 33 presenza totali con la maglia giallorossa. Una media di 0,51 gol a gara. Numero notevole, se pensiamo che i bomber che hanno fatto meglio di lui in giallorosso sono solo due: Manfredini e Volk. Francesco Totti e Erik Lamela, ovvero il giocatore che ha segnato di più nel campionato maggiore con un’unica squadra e il primo candidato a diventare capocannoniere in serie A, sono sotto a quota 0,42 e 0,3. E dopo 90 minuti di astinenza – contro la Lazio – ora Osvaldo non vede l’ora di tornare al gol. Proprio contro il Torino, squadra a cui in passato ha già fatto male. Una prodezza di quelle che a lui piace tanto fare. Una rovesciata che nel 2008 ha regalato alla Fiorentina il quarto posto in campionato, con qualificazione al terzo turno preliminare di Champions League. Un gol che ha condannato così il Milan al quinto posto, impedendogli di partecipare ai successivi preliminari del torneo europeo. La caviglia ancora non è al massimo, dopo l’ultimo colpo subìto qualche giorno fa durante una seduta. Ma lui non vuole mancare, soprattutto dopo essere stato costretto a rinunciare all’amichevole azzurra contro la Francia. Ha ripreso l’allenamento ed è stato provato in settimana sia coi titolari sia nella squadra delle riserve. Sente ancora dolore, ma non vuole proprio saperne di essere tenuto a riposo anche dalla Roma. Ora il percorso, quello giusto, è tracciato. Non c’è più spazio per la paura di paragoni azzardati a vecchi miti del passato. A uno dei quali ha imitato i capelli e preso in prestito la mitraglia. Ma la storia di Osvaldo è diversa, ed è ancora da scrivere.