(C. Zucchelli) – «Totti insegue il record di nove gol nel derby? E non lo so mica se gliela passo davanti al portiere…». Dani Osvaldo sorride. Ride, anzi. Scherza. È sereno. E pronto per il derby di domani, nonostante il piede destro gli faccia ancora un po’ male e nonostante ieri abbia saltato per precauzione l’allenamento del pomeriggio. «Giusto un affaticamento muscolare», filtra da Trigoria dove, comunque, la presenza dell’italo-argentino contro la Lazio non è in dubbio anche se non è detto che stamattina sostenga la rifinitura coi compagni. Osvaldo ci sarà. Non solo perché la squalifica di Destro rende indispensabile la sua presenza, ma anche e soprattutto perché a una partita come quella di domani lui non rinuncerebbe mai. La definisce fondamentale, Osvaldo, e spiega il perché: «Sicuramente sì, lo è, non solo perché è il derby e perché significa tanto, ma anche per una questione di valorizzare il risultato di domenica scorsa. Penso che ci darebbe una spinta in più». Parole mature, quelle dell’attaccante, che dopo aver segnato al suo primo – e unico – derby di Roma vuole ripetersi con un risultato però diverso: «La cattiveria – spiega analizzando questo inizio di stagione – non c’è mai mancata, magari in alcune partite abbiamo fatto bene per 30-35 minuti e poi non so dire perché abbiamo cambiato atteggiamento. Dobbiamo essere più determinati e costanti, non mollare di testa, è una cosa di gioco».
Gioco sì, ma anche mentalità e attegiamento giusto. Osvaldo dice di essere «tranquillo» e dice che lo è anche la squadra «che sta pensando totalmente a questa partita. Io sono ancora sereno, anche se ci stiamo avvicinando alla partita e la gente ci fa capire molto quanto tengano al derby». Derby che Osvaldo paragona a quelli d’Argentina, come Boca-River, e non a quello di Barcellona tra Espanyol e Barcellona: «Lì c’è una differenza enorme tra le due squadre, già è tanto se strappi uno 0-0 in casa… In Argentina invece i tifosi sono caldissimi e le sfide molto sentite». I giocatori sentono molto il derby anche qui mentre Zeman, almeno apparentemente, è più tranquillo. Il boemo per Osvaldo è importantissimo: dopo l’arrivo di Destro l’italo-argentino sembrava sul piede di partenza. In Italia era richiesto dalla Juventus, all’estero piaceva all’Atletico Madrid e anche ad alcuni club inglesi ma la Roma, per volontà dell’allenatore soprattutto, lo ha ritenuto incedibile. Zeman non lo toglie mai, lui che nel 2006 lo aveva voluto a Lecce per sostituire un certo Mirko Vucinic che pure qualche traccia di sé in Salento l’aveva lasciata. Ritrovarlo per Osvaldo è stato importantissimo: 9 gol in questo scorcio di stagione, 6 con la maglia della Roma e 3 con quella della Nazionale: «Con Zeman mi trovo molto bene, credo che si veda anche in campo, per un attaccante è importante avere un allenatore del genere». Da un tecnico a un altro. Importante per la sua maturità è stato anche Pochettino, concui ha lavorato in Spagna: «Lì sono cambiato tanto. L’esperienza a Barcellona mi ha cambiato molto, ho trovato Pochettino che mi ha dato fiducia dall’inizio, mi ha insegnato tanto non solo a livello calcistico ma anche come persona. Sono cambiato anch’io come persona, è normale che ci si renda conto degli sbagli e si pensi a ridurli fino a non farne più, penso che ci sto riuscendo».
Anche alla Roma ha trovato persone che gli sono entrate nel cuore. Un nome su tutti, Francesco Totti, con cui divide giornate in campo e fuori: «Se mi trovassi davanti alla porta smarcato passerei il pallone a Totti per fargli superare il record di gol nel derby? Dipende, se mi trovassi davanti alla porta da solo farei gol, se mi dovessi trovare defilato non essendo egoista gliela passerei. Se sto a porta vuota faccio gol io, non mi verrebbe in mente il record di Francesco, è una cosa normale in quel frangente». Con lui trascorrerà anche la vigilia di questo derby, stasera a Trigoria. Ma per concentrarsi poiOsvaldo si isolerà, solo con la sua musica, fedele compagna di tanti anni e tante avventure:«La sera prima della partita cerco di ascoltare musica più rilassata, nel giorno dell’incontro ascolto sempre le stesse canzoni di un gruppo argentino che conosco, “La 25″, mi fanno stare bene». Da grande intenditore di musica, Osvaldo non si sottrae alle domande sui suoi artisti preferiti e sulle canzoni che hanno segnato i suoi 26 anni: «La mia vita più rock o melodica? Dipende, la vita è rock però ci vuole un po’ di romanticismo. Wild horses dei Rolling Stones? Una delle mie canzoni preferite, anche se è una ballata. Beatles o Rolling Stones? Entrambi, ascolto tutti e due. Musicalmente parlando i Beatles sono più tecnici. Dylan o Springsteen? Sono in difficoltà, sono diversi. Oasis o U2? Oasis. Elton John o Pupo? Non mi piacciono ma se ne devo scegliere uno dico Elton John». E ride. Ride ancora Osvaldo, pensando alla playlist di Totti con in cima “Su di noi”, del cantante toscano. Una canzone che dice: “L’amore è una favola” e per lui sicuramente lo è. Almeno quello per il calcio, la sua passione da quando era ragazzino, e quello per la Roma che cresce giorno dopo giorno. Per questo la sua intervista a Roma Channel si conclude così, con un messaggio ai tifosi. Un messaggio semplice, nessuna promessa scintillante, ma una richiesta di sostegno anticipata da una garanzia: «Noi ce la metteremo tutta, state tranquilli. Noi però abbiamo bisogno di voi, tifate fino alla fine perché ci date sempre una spinta in più».