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IL ROMANISTA Zeman prevedibile? Mai così falso

Zeman

(F. Bovaio) – E’ difficile trovare dati positivi o confortanti in questo avvio di stagione della Roma 2012-13. La difesa fa acqua da tutte le parti e con 23 gol subiti è la peggiore del campionato con quelle di Chievo e Pescara (ma la Roma ha una gara in meno, quella di cagliari). Alcuni giocatori non sembrano all’altezza della situazione, mentre altri appaiono ancora troppo giovani per sopportare il peso delle responsabilità. Ma pure in tutto questo sconforto c’è uno spiraglio di luce al quale guardare con fiducia, sperando che nella fase difensiva le cose vengano sistemate al più presto.

Ci riferiamo, ovviamente, al pezzo forte del gioco zemaniano, l’attacco, che in queste ore di accuse è finito anch’esso, ma immotivatamente, sul banco degli imputati, tanto che per molti ormai il gioco di Zeman è vecchio e prevedibile. “Tutti conoscono le contromisure per arginare le folate offensive delle sue squadre” è il refrain più letto e ascoltato in questi giorni. Ma i numeri sono lì a smentirli. In 11 partite, infatti, la Roma ha segnato 25 gol (secondo miglior attacco del torneo dopo quello della Juve, primo con 29) per una media a gara di 2,27 reti. Un dato altissimo, che le squadre allenate da Zeman in A prima di quest’anno non avevano mai toccato, tanto che, se prendiamo in considerazione i campionati che il tecnico ha disputato interamente, scopriamo che la media-gol più alta messa insieme da una delle sue squadre in A è stata di 2,02 reti a gara con la Lazio 1994-95 (secondo posto con 69 reti segnate in 34 partite) e con la Roma 1998-99 (quinto posto sempre con 69 gol in 34 gare).

Se Zeman rimarrà sulla panchina giallorossa fino a fine campionato e se, in proiezione, le cose là davanti continueranno così, questa sarà dunque la sua squadra più prolifica in A. Un dato che resta tale, al momento, anche se rapportato alla media-gol generale conseguita dalle sue squadre nel massimo campionato, nel quale, escludendo lo score finora conseguito in questa stagione, hanno segnato 505 reti in 300 partite, per una media-gol di 1,68 a gara più bassa di quella delle prime 11 partite di quest’anno. Se poi scomponiamo le 25 marcature stagionali della sua Roma scopriamo che ben 20 sono arrivate su azione e solo 5 su calcio piazzato: il rigore di Osvaldo a Torino contro la Juve, quello parato e ribadito in rete da Totti a Parma, la punizione di Pjanic nel derby e i colpi di testa di Osvaldo a Genova e di Lamela nel derby su angolo. Segno che gli schemi d’attacco del boemo funzionano ancora a meraviglia e che le contromisure ad essi non sono ancora state prese così facilmente come molti vogliono far credere. Conclusione rafforzata dal fatto che solo 5 di questi 25 gol sono stati realizzati dai centrocampisti (2 da Florenzi e 1 ciascuno da Bradley, Marquinho e Pjanic), mentre ben 20 sono quelli degli attaccanti: 1 di Destro, 1 di Lopez, 4 di Totti, 6 di Osvaldo e 8 di Lamela, che insieme ad El Shaarawy e Cavani è il capocannoniere del campionato.


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