(A. Serafini) – Perchè dalle fredde strette di mano estive ai futuri confronti in tribunale, il passo è stato breve. La Roma ha annunciato ieri infatti di voler risolvere, con effetto immediato, il contratto della sponsorizzazione tecnica con la Basic Italia s.p.a, società proprietaria del marchio Kappa. «Gravi inadempimenti contrattuali», «Difetti riscontrati sul materiale tecnico», le motivazioni espresse dalla società (ma sembra anche il disinteresse «economico» il giorno della presentazione dell’accordo all’Ara Pacis). Un rapporto di convivenza obbligato da un contratto firmato dalla precedente gestione, che la proprietà americana difficilmente avrebbe deciso di confermare. La risposta della controparte è arrivata qualche ora dopo: «È da oltre un anno che la Roma è decisa a sciogliere il contratto con noi. Le motivazioni riguardanti la qualità sono assolutamente pretestuose e strumentali». Ma a Trigoria nessuno è preoccupato. Troppe le mancanze registrate negli ultimi mesi secondo la società giallorossa: difetti di fabbricazione (colletti stretti impossibili da indossare, cuciture scadenti, scolorimento della maglie e scadenze di consegna non rispettate) che hanno complicato anche la presentazione della terza maglia a Brunico o la vendita del nuovo prodotto durante la tournèe americana dove la Roma fu costretta a vendere la collezione dell’anno precedente. Aspettando il giudizio, la corsa al nome del nuovo sponsor è cominciata. A partire dal prossimo giugno infatti, (la squadra indosserà Kappa sino al termine della stagione) la volontà sarà quella di affidarsi a un marchio americano.
In pole position ci sono il colosso Nike seguito dalla Warrior (Liverpool e presto Siviglia, ma che convince meno per la distribuzione), con l’Adidas (pronta a chiudere anche con l’Arsenal) come alternativa. Uno sponsor che si integrerebbe alla partership già conclusa dai giallorossi con la Volkswagen. L’ultima opzione, che resta però la più distante, sarebbe il nuovo gruppo sportivo cinese dell’Anta: mercato ancora poco conosciuto ma in grande espansione.