(A. Austini) – Quando gliel’hanno fatto notare,Totti ha toccato ferro: era dalla stagione 2005/06 che non giocava tutte le prime dodici partite di campionato con la Roma. Sempre presente, sempre titolare, sempre protagonista. E, toccando un’altra volta ferro, così sarà anche domani a Pescara in uno stadio dove finora ha giocato solo in amichevole contro la Juventus. L’Adriatico come ennesima terra di conquista per un giocatore che sta andando oltre i suoi limiti. A 36 anni i numeri continuano a dargli ragione: tra i tanti, quello che lo vede primatista in Europa nei passaggi filtranti riusciti, 42 su 76 totali.
Rigenerato nel fisico dalla cura Zeman, motivato, felice di giocare in un ruolo che solo sulla carta lo porta in una zona di campo sgradita: sin dall’inizio Totti è libero di svariare partendo dal centrosinistra. Una «concessione» convinta del boemo, e non è l’unica se si pensa che pure ieri ha annullato per la seconda settimana di seguito la seduta pomeridiana del venerdì dopo i risultati soddisfacenti dell’allenamento mattutino. Chi c’era ha convinto Zeman nelle due ore di lavoro sul campo, altri gli hanno aggiunto qualche pensiero in vista di Pescara: Osvaldo, ad esempio, si è presentato a Trigoria con un disturbo gastrointestinale e i medici hanno deciso di farlo riposare a casa. Salvo complicazioni sopraggiunte nella notte, oggi l’italo-argentino sarà regolarmente in campo per la rifinitura. Altrimenti sarebbe un bel problema, visto che tra i sicuri assenti c’è Lamela. Il borsino dell’attacco favorisce il rientro di Destro nell’undici titolare: nei programmi di Zeman a lui toccherà il ruolo di esterno a destra per coprire l’assenza di Lamela, lì dove l’attaccante marchigiano non si sente a suo agio. È il caso che non lo ripeta a voce troppo alta altrimenti Sdengo può sempre cambiare idea e affidarsi al giovanissimoNico Lopez. Gira e rigira l’unica certezza in attacco è ancora una volta Totti. Una situazione per certi versi scontata, per altri sorprendente. Non è passato neppure un anno e mezzo da quella sostituzione con lo Slovan Bratislava che, unita a quel «pigro» di matrice baldiniana proveniente da Londra, sembrava il preludio alla «detottizzazione» romanista. E invece eccolo di nuovo al centro del progetto tecnico, al fianco più di ogni altro dell’allenatore e punto di riferimento per la società nella tanto cara promozione del marchio giallorosso.
La scorsa settimana Totti ha partecipato alle riprese a Trigoria del primo dei due spot Volkswagen che andrà in onda da oggi sulle reti nazionali, senza alcun obbligo contrattuale: il suo accordo con la Roma gli consentirebbe di gestire in autonomia i diritti d’immagine. A differenza di De Rossi, che dovrà spartire a metà con il club gli eventuali introiti da testimonial. Ma il centrocampista agli spot dell’auto tedesca non ha partecipato. Un altro segnale che conferma quanto siano distante il coinvolgimento dei due capitani in questo momento. E non solo sul campo. Il suo accordo scade alla fine della prossima stagione, la proprietà gli ha già fatto sapere che se la salute lo assisterà il rinnovo non sarà un problema. Discorsi virtuali fino ad oggi: entro fine campionato Totti si aspetta un segnale concreto. Non un nuovo contratto da firmare – per quello c’è tutto il tempo – ma quantomeno l’impegno da parte dei dirigenti a discuterne prima che la questione diventi «calda» e difficile da gestire all’esterno. L’obiettivo mai nascosto dal capitano è giocare fino a 40 anni, acciacchi permettendo. Zeman gli ha già allungato la vita.