(M. Pinci) – «C’è una voglia feroce di distruggere quello che sta facendo la Roma », tuona Walter Sabatini, invadendo il palinsesto di Romachannel, la tv di stato a Trigoria.Preoccupato evidentemente di contenere il fiume di critiche piovute sulla Roma, ma soprattutto sul lavoro di allenatore e dirigenza. Il nemico del club sono nuovamente i media, unici colpevoli — verrebbe da pensare — di due anni di delusioni. Eppure la Roma appare ogni giorno in più come un corpo che rigetta i metodi di Zeman. «Ci prenderemo le nostre responsabilità e ne pagheremo il conto», giura il ds, che però non può nascondere la propria delusione: «Certo dire che siamo soddisfatti sarebbe eccessivo, i risultati non ci stanno aiutando».
E delusa è anche la proprietà Usa, che ha visto spendere in due anni 110 milioni di euro sul mercato, per una squadra ancora al punto di partenza. «I problemi ci sono — ammette Sabatini — ma il mister li sta sistemando. Un cambio con Delio Rossi? No, lui non sarà l’allenatore della Roma». Semmai, il rimpianto per i dirigenti potrebbe essere quello di non aver creduto nel materiale presente a Trigoria nel giorno dell’insediamento. Quando l’allenatore della prima squadra era ancora Vincenzo Montella e nelle giovanili cresceva Andrea Stramaccioni. Oggi rispettivamente quinto e secondo con Fiorentina e Inter, le più belle sorprese del campionato.
Zeman, invece, deve fare i conti con l’improvvisa epidemia di Trigoria (annullata seduta pomeridiana), che ha fermato nell’ordine Osvaldo, De Rossi e Castan. La situazione meno semplice è quella del centravanti, che ha riportato una contusione alla caviglia durante scontro con Goicoechea, con interessamento articolare. Presenza più che dubbia domani con il Palermo, pronto Destro. Meno grave De Rossi, rimasto a guardare per un’infiammazione alla caviglia destra, e Castan (problema analogo): entrambi già oggi dovrebbero essere in campo. A Zeman la scelta se affidargli, domani sera all’Olimpico, i resti di una Roma in crisi.