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REPUBBLICA.IT Da Allegri a Zeman passando per Genova, cinque panchine in bilico

Zeman

( M.Pinci) Panchine bollenti, e nonostante le temperature autunnali, sui campi della serie A. Dalla A di Allegri alla (doppia) zeta di Zeman, la gamma di tecnici in bilico, se non a forte rischio, coinvolge tanti, a ogni latitudine. Palermo, Chievo, Cagliari e Genoa hanno già cambiato guida, altre ci pensano: sono almeno in cinque a dover tenere a bada le onde del cambiamento, e il meteo-allenatori segnala per domenica nuova burrasca. Intanto, tra fiducia a tempo e silenzi assordanti, si agita la corsa sotterranea ai potenziali sostituti.

IN CINQUE IN BILICO – ”Abbiamo deciso di confermare Allegri”. La mattinata milanista si apre così, con la fiducia di Galliani e Berlusconi al loro allenatore. Eppure, manifestando la necessità di confermare un allenatore se ne mette implicitamente in dubbio la posizione. Allegri resta, ma dovrà cambiare il Milan. Altrimenti il capolinea sarebbe soltanto posticipato di qualche settimana. Da un milanista all’ex milanista Stroppa, che domenica rischia il posto a Siena, dove invece Cosmi sembra aver sciolto i dubbi sul proprio lavoro. E proprio domenica il derby di Genova potrebbe essere decisivo per il futuro di due allenatori: Ciro Ferrara, che nelle ultime sette partite della Samp ha raccolto altrettante sconfitte. “Fiducia fino a domenica prossima”, l’ultimatum della proprietà blucerchiata. Ma rischia anche il genoano Delneri: subentrato quattro settimane fa a De Canio, ha sin qui segnato un percorso netto di quattro kappaò in quattro gare col Grifone. E un altro derby ha minato le fondamenta del “progetto” 2.0 della Roma americana: Zdenek Zeman non traballa, non ancora almeno. Ma i numeri del boemo autorizzano ad alimentare dubbi sul suo futuro: 5 sconfitte in 11 gare giocate nella stagione, appena 14 punti conquistati sul campo, la peggior difesa del torneo. Soprattutto un ritardo di 3 punti sul rendimento di un anno fa del criticatissimo Luis Enrique.

ALTERNATIVE: DA ROSSI A IACHINI, MA ANCHE TANTI FLOP – Chissà che a Trigoria, dove di parole in favore di Zeman non se ne sentono più moltissime, a qualcuno non venga voglia di richiamare proprio l’asturiano. In fondo, basterebbe convincerlo a rinunciare a surf e bicicletta per riallacciare il filo con quella città da cui è scappato stremato e sull’orlo di una crisi di nervi. Provocazioni a parte, sostituire Zeman – come qualunque altro allenatore – appare complicato soprattutto per la drammatica carenza di sostituti in grado di lasciar sperare in una svolta: il nome più credibile, più o meno per tutte le panchine scricchiolanti, è quello di Delio Rossi. Zamparini non fa mistero di aver pensato di riportarlo in Sicilia. Lui strizza l’occhio alle piazze in crisi: “Non ci sarebbero problemi ad andare alla Roma o alla Sampdoria”. La prima candidatura formale. Dietro di lui, un esercito di disoccupati di lusso: Iachini, artefice della promozione della Samp che i doriani preferirebbero allo stesso Rossi. O Giampaolo, che Sabatini contattò per la Roma prima di prendere Luis Enrique. Ma anche gli ex genoani Malesani, Marino e Ballardini o magari Beretta: a essere sinceri, tutti reduci da una serie preoccupante di fallimenti. Anche per questo la tendenza generalizzata, sulla scia dei successi di Montella e Stramaccioni, è quella di puntare su giovani tecnici cresciuti in casa: Corini al Chievo l’ultimo caso.

E GUARDIOLA ASPETTA – C’è poi la categoria top. Il grande nome è quello di Benitez, ma sfumato il passaggio estivo alla Samp l’ex allenatore del Liverpool è ormai un affermato commentatore tv per l’Uefa: ultima esperienza, il flop all’Inter di due anni fa. Ci sarebbe anche il tedesco Schuster, che dopo lo scudetto al Real ha collezionato soltanto un anno da tecnico al Besiktas, chiuso con le dimissioni a marzo 2011. Per la verità a spasso, ma per il mondo, ci sarebbe anche Guardiola. Inavvicinabile, al momento: a giugno, chissà. Allegri – e non solo lui – è avvisato.

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