Questa notte devastato il “Drunken ship” dove i supporter del Tottenham, che stasera giocherà all’Olimpico, passavano la serata. Una trentina gli aggressori. Gli inquirenti indagano fra i supporter della Lazio. Vari feriti, uno in codice rosso: è al San Camillo, lo stanno operando
Guerriglia urbana ieri notte poco dopo l’una a Campo de’ Fiori. Sgabelli lanciati contro le vetrate, volti coperti con sciarpe e caschi. Coltelli, bombolette di gas urticante, mazze in pugno. Un locale ridotto in macerie. Le urla “You bastard, you bastard” dei supporter inglesi del Tottenham mentre venivano colpiti dalla furia di un gruppo di circa 30 ultras – gli inquirenti indagano fra i biancocelesti – che sono entrati nel pub “Drunken Ship” gridando “E’ tutto uno scherzo”. E invece tra quelle mura è scoppiato il delirio. Pesante il bilancio del raid: sette inglesi feriti, di cui due accoltellati (uno, ricoverato in codice rosso al San Camillo, è sotto operazione) e circa 20mila euro di danni, come riferiscono i proprietari del locale al civico 21 di piazza Campo de’ Fiori.
Tutto è iniziato intorno all’1.30 all’interno del pub internazionale ” Drunken Ship”, fondato 15 anni fa da un americana e ora gestito dai fratelli Marco e Raffaele Manzi insieme al socio Gabriele Ciannella. Una trentina di supporter anglosassoni sono seduti ai tavoli, cantano e brindano tra drink e calici di birra. Sono arrivati nella capitale per assistere alla partita di calcio fra Lazio e Tottenham, in programma questa sera allo Stadio Olimpico. “Nessuno di loro aveva addosso maglie della sua squadra, erano tranquilli e contenti. Ma anche gli aggressori non avevano segni distintivi della Lazio”, racconta Marco Manzi.
All’improvviso si materializza un gruppo di incappucciati. Alcuni sfondano l’ingresso su vicolo del Gallo. Altri entrano dall’ingresso principale che dà sulla famosa piazza romana, una delle zone calde della movida romana già teatro più volte di episodi di violenza. In mano hanno coltelli, mazze da baseball, cinte, bombolette di gas urticante e tirapugni. Lanciano sgabelli, i motorni sulla strada vengono buttati a terra. Dai banchi del mercato prendono vari oggetti in ferro e dalla strada raccolgono i sampietrini e li scagliano contro i tifosi inglesi. Dieci minuti di follia, tanto dura la “spedizione punitiva”. Dalle finestre si affacciano i residenti, urlano “basta, fermatevi”. Molti afferrano il telefono per chiamare, invano, il 113. La prima pattuglia arriverà dopo mezz’ora, raccontano alcuni testimoni ancora spaventati. Intanto la devastazione continua. Gli inglesi vengono aggrediti a suon di pugni e a colpi di bastone. “Erano a caccia di inglesi”, riferisce il comando generale della polizia municipale di Roma. “Abbiamo temuto il peggio – racconta Robert – Un gruppo, rimasto all’esterno aveva circondato il locale e non faceva uscire ed entrare nessuno”. Gli assalitori si sparpagliano per la piazza, e fuggono per via della Gatta e dei Cappellari, lasciando lungo la strada mazze e coltelli. Alcuni feriti si accasciano a terra in una pozza di sangue. “Ho visto un uomo a terra che veniva colpito più volte con un coltello”, dice una signora che vive a Campo de’ Fiori. “I vigili urbani di servizio in piazza sono scappati. Il 112 non rispondeva al telefono e la polizia è arrivata con 30 minuti di ritardo. E’ allucinante”, incalza un altro residente furioso. Quando arrivano le pattuglie la situazione torna sotto controllo. Alcuni dei partecipanti al raid sono stati fermati dai poliziotti e vigili mentre scappavano per corso Rinascimento. Altri sono riusciti a fuggire prima dell’arrivo degli agenti. Le telecamere presenti sulla piazza hanno ripreso tutta la scena, ed le immagini sono al vaglio della Digos e della polizia scientifica, per identificare gli altri partecipanti alla spedizione punitiva.
I testimoni. ”Sono entrati all’improvviso con mazze e cinte, hanno sfasciato tutto e ci hanno assaltato. Alcuni all’esterno avevano circondato il locale”, raccontano ancora sotto shock i testimoni alla polizia. “Avevano il volto coperto – continuano – e quando qualcuno ha cercato di uscire ha trovato lo sbarramento esterno. Dopo aver lasciato in terra gli inglesi sanguinanti sono fuggiti”.
Le indagini. La Digos di Roma sta setacciando le immagini delle camere installate su piazza Campo de’ Fiori, una delle zone calde della movida romana già teatro più volte di episodi di violenza. Le telecamere sulla piazza avrebbero ripreso parte dell’assalto al ”Drunken Ship” e per questo scientifica e agenti della Digos stanno vagliando i video per potere identificare altri autori dell’assalto, che avevano quasi tutti caschi in testa. Un aggressore è stato fermato su un autobus mentre si vantava dell’azione. L’autista lo ha fotografato e il giovane è stato fermato. Gli inquirenti però non escludono nulla, compreso il fatto che al raid possano aver preso parte anche ultras di altre tifoserie.
Gli inglesi a Roma. Un migliaio di supporter inglesi del Tottenham sono arrivati nella capitale per seguire la partita contro la Lazio che si svolgerà questa sera allo stadio Olimpico. Di questi, solo 300 circa alloggiano in alberghi del centro.
I feriti. Secondo la polizia locale le persone ferite sono sette, tutti uomini, di nazionalità inglese e di età compresa fra i 20 e i 60 anni: una è stata ricoverata al San Camillo, tre al Santo Spirito e tre al Fatebenefratelli.
Alemanno. “Si tratta di un episodio di teppismo da stadio trasportato nel cuore di Roma. Addirittura che un gruppo di sedicenti tifosi, in realtà teppisti, si sia spostato appositamente per fare una incursione per colpire il giorno prima i tifosi della squadra avversaria, è impressionante. Io mi auguro che la polizia e gli inquirenti trovino questi responsabili, perché significa che c’è una banda di pazzi e delinquenti che si aggira, coprendosi dietro il tifo, nei nostri impianti sportivi e questo non è ammissibile, è una cosa veramente grave – ha commentato il sindaco di Roma Gianni Alemanno – Sottolineo che se si sono evitati danni più gravi è solo grazie ai nostri vigili urbani presenti a quel l’ora nella piazza e hanno potuto immediatamente chiamare la polizia”.
Fonte: Repubblica.it