(F. Ferrazza) – Tra acciacchi vari, la garanzia per la Roma anche di questa stagione resta comunque Francesco Totti. L’ultimo fastidio è all’anca, ma non talmente grave da metterne in discussione la presenza domenica a Siena. E il numero dieci conferma così di essere il vero punto di riferimento della squadra per Zeman. Tredici gare fin qui giocate (Cagliari è finita con uno 0-3 a tavolino), tredici gare tutte da titolare per il capitano giallorosso, ruolino di marcia che fa impressione se abbinato a un calciatore di 36 anni, all’interno di una delle squadre più giovani della serie A. Totti ha poi realizzato quattro reti, in un ruolo che si sta cucendo addosso a prescindere dal 4-3-3 zemaniano: un esterno — trequartista imprescindibile per la Roma, capace di trascinare i compagni nei passaggi più difficili di quest’avvio di stagione. E che a Siena spera di poter tornare a segnare, visto che nel piccolo stadio toscano non riesce a farlo da ben otto anni. La prima e unica volta è stata infatti il 27 novembre del 2004, quando fece una doppietta. Una statistica da rinverdire, quindi, mentre a Trigoria ha fatto ieri capolino Zago. Il difensore dello scudetto era presente anche nella prima Roma di Zeman e con il tecnico boemo hascherzato molto. “È una persona che stimo molto — spiega a Sky il brasiliano — mi ha portato a Roma dandomi l’opportunità di giocare in Europa. Con lui mi sono sempre divertito e penso che i giocatori debbano imparare quello che lui che dice: piano piano s’impara. Marquinhos? Hanno fatto bene a puntare su di lui, ha davanti un grande futuro”.