(S.Carina) Qualche minuto prima delle ore 13 di ieri – davanti ad un noto ristorante panoramico della capitale in zona Eur – il consigliere della Roma, l’avvocato Mauro Baldissoni, aspetta una persona. L’attesa è breve, perché poco dopo ecco spuntare Daniele De Rossi. Maglione verde militare a girocollo, jeans e occhiali da sole a nascondere il volto. I due entrano nel locale, salgono all’ultimo piano del ristorante dove è prenotato un tavolo apparecchiato per due persone, con vista lato Palaeur.
STANCHEZZA Il pranzo – molto cordiale – dura come una partita, un’ora e mezza, al termine del quale ufficiosamente trapela come sia stato esclusivamente un rendez-vous strettamente personale che non ha nulla a che fare con la Roma. Presa per buona la spiegazione è tuttavia abbastanza singolare che il calciatore, una volta arrivato a Trigoria,s’intrattenga anche con il dg Baldini, il ds Sabatini e l’ad Fenucci. Tutto in un giorno. Che sia un momento difficile quello che sta vivendo il calciatore, è oramai noto. Prima le incomprensioni con Zeman, poi lo stupore per alcuna aperture da parte del club ad una sua possibile cessione. Infine, come se non bastasse, il distacco di parte della tifoseria che sembra avergli voltato le spalle dopo il pugno rifilato a Mauri nel derby. Un gesto, per il quale la piazza si attendeva delle scuse che non sono arrivate. Con i tre dirigenti (che poi si sono intrattenuti anche con Zeman), De Rossi – dopo aver ricevuto comunicazione della multa da pagare (circa 150mila euro, corrispondente al 30% dello stipendio mensile) – ha parlato apertamente, spiegando il suo malumore, le cose che in quest’ultimo periodo non gli sono piaciute, i tormenti che lo affliggono, ammettendo l’errore nella stracittadina e adombrando per la prima volta una certa stanchezza di fondo. Il club (che ieri ha notificato nel primo trimestre dell’esercizio 2012-2013, perdite in crescita a 16,7 milioni di euro, che portano il debito netto a 71,5 milioni) gli ha ribadito la fiducia ma la sensazione è che stavolta, diversamente da quanto accaduto quest’estate quando fu il calciatore a dire di no a Mancini, l’epilogo – in caso di eventuali offerte – possa essere diverso.
VERSO PARIGI? Al momento, anche se va sottolineato come non ci sia nulla di ufficiale, il costante richiamo parigino non è passato inosservato. A differenza del City, questa sarebbe una destinazione (come Madrid e Londra) che De Rossi, a determinate condizioni, non rifiuterebbe. Le manovre di avvicinamento sono iniziate da tempo. Il primo a lanciare l’esca è stato Verratti: «Daniele ci farebbe comodo». Poi è toccato ad Ancelotti: «Il mercato ora è chiuso, se ne potrà parlare a gennaio». Dopo pochi giorni è stato il turno del presidente del Psg, Al Khelaifi – «De Rossi è sicuramente un buon giocatore, ma non faccio le trattative via stampa» – sino ad arrivare ultimamente a Ibrahimovic – «Grande giocatore, spero possa arrivare» – e Lavezzi: «De Rossi? Quelli bravi come lui al Psg piacciono molto». Una morsa che si va sempre più stringendo alla quale, almeno ufficialmente, la Roma non ha fatto nulla per sottrarsi. E De Rossi – nonostante l’attestato di stima ricevuto ieri – se n’è reso conto.
L’ACCUSA Non solo lui. Leandro Greco, ora all’Olympiacos ma ex giallorosso e amico di Daniele, ieri a Radio Manà Sport ha espresso un giudizio tranchant sulla vicenda: «Credo che stiano riuscendo a vendere De Rossi. Fino a qualche mese fa i tifosi sarebbero scesi in piazza per difenderlo. Adesso, invece, sono riusciti a cambiare la mentalità della gente. E’ vergognoso quello che gli sta accadendo». Forse vergognoso no, ma ogni giorno che passa è certamente sempre più chiaro.