De Rossi non è più un titolare della Roma. E se la sua posizione non cambiasse in fretta, il trasferimento al Paris Saint-Germain potrebbe essere più veloce del previsto.
Zeman gli ha concesso la mezz’ora più incolore, dopo che la coltre di nebbia aveva inghiottito lo stadio Bentegodi annullando lo spettacolo (ma chi risarcisce gli spettatori che hanno visto solo due terzi di partita?), quasi volesse inconsciamente nasconderlo. I risultati non sono stati brillanti. De Rossi, per quel poco che si è potuto osservare dall’alto, non è riuscito a entrare velocemente in partita. E nel finale, arretrato sulla linea dei difensori per l’infortunio di Marquinhos, ha faticato (a prescindere dall’azione del gol, quasi sicuramente in fuorigioco). (…) Non si aspettava, De Rossi, di stare un’altra volta a guardare, tanto più dopo gli elogi ascoltati da Zeman in sala stampa. E invece ha dovuto assaggiare anche la panchina di Verona, insieme con l’altro giocatore vicino all’uscita dalla Roma: Stekelenburg.
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I romanisti piazzati in curva, encomiabili per l’incitamento anche nel secondo tempo quando il pallone non si vedeva più, non si erano accorti del suo ingresso. E’ stato l’altoparlante a comunicare la sostituzione di Bradley con De Rossi. Boato. (…)
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E adesso può davvero succedere di tutto. Gennaio è troppo vicino per essere considerato il capolinea inevitabile di De Rossi. Ma la rottura con la Roma è altrettanto vicina. Latente, perché Daniele anche ieri ha preferito restare in silenzio, ma sempre pronta a venire fuori. De Rossi ha i tifosi schierati in maggioranza dalla sua parte – le testimonianze di affetto sono arrivate anche durante il viaggio di ritorno – ma non ha legato con Zeman e non è mai stato tolto dal mercato dalla società.