Corini contro Zeman: è la prima volta in cui i due allenatori si troveranno uno di fronte all’altro nella nostra massima serie. Il Boemo, come sappiamo, è tornato dopo 15 anni ad occupare la panchina della Roma che tanto gli aveva dato a livello emotivo; Corini, dopo diverse esperienze fallimentari, si è messo alla guida della squadra che più gli ha dato nella sua carriera da calciatore, riuscendo anche ad esprimere un buon gioco fino ad ora.
Il Chievo ha perso solo una partita delle ultime cinque, il tutto con un crescendo di gioco e ritmo, ed è, proprio insieme alla Roma, una delle squadre più in forma di questo momento.
Eugenio Corini nasce a Bagnolo Mella, il 30 luglio 1970; nel 2009 ha appeso gli scarpini al chiodo, dopo aver vissuto una lunga carriera, da centrocampista, a fasi alterne. Promettente ragazzo nelle giovanili del Brescia, squadra con cui ha esordito nel calcio dei grandi, rischiò di compromettere la sua carriera con il passaggio alla Juventus. Accusato di essere troppo lento, riuscì a giocare appena 47 partite tra il 1990 ed il 1992, senza mai convincere l’ambiente bianconero. Si parla del biennio che coincide con parte del periodo della ‘zemanlandia foggiana’, tra i migliori momenti della carriera del Boemo, che riuscì addirittura a sfiorare una qualificazione in Coppa Uefa nella stagione 1993-94.
L’ex Juve inizia a girovagare per il nord Italia, ma non riesce mai a trovare l’ambiente ideale per esprimersi: viene accusato sempre di essere troppo lento, il che porta gli allenatori ad utilizzarlo di meno, nonostante la sua ottima tecnica. Vive il suo momento migliore con la promozione in A del Chievo Verona, di cui è leader e regista: parliamo dei primi anni del 2000. Tutti si accorgono della sua bravura, e Zamparini lo porta a Palermo.
Nel 2009 Zeman non allena nessun club, mentre il ‘Genio’ smette di giocare, dopo aver indossato anche la maglia del Torino, e prende subito il patentino per diventare allenatore: dopo le divergenze col Portogruaro,che lo hanno portato a dimettersi dopo pochi giorni dal suo ingaggio, si siede nel 2010 sulla panchina del Crotone, ma non riesce a convincere.
Dopo numerose esperienze fallimentari torna a casa, richiamato da Campedelli alla guida del Chievo Verona: lui accetta ed il resto è storia contemporanea, con i gialloblu in salute, pronti ad affrontare la Roma di Zeman, che a sua volta non deve perdere il treno per il terzo posto.
Il ‘4-3-3’ è lo schema che li accomuna, anche se viene interpretato in maniera diversa. Corini si ispira al Maestro, ma ridisegna il suo schema a misura dei suoi ragazzi. Difesa alta, proprio come gradiva anche Delneri – allenatore fondamentale durante la sua carriera – con due terzini di spinta; a centrocampo un regista, protetto dai due mediani di corsa; davanti due seconde punte, schierate in appoggio al terminale offensivo, che in questo momento è un ritrovato Paloschi.
Per la prima volta in questa stagione la Roma troverà di fronte a sè una squadra che si schiera con il suo stesso numero di centrocampisti, fatto che agevolerà il compito dei mediani giallorossi, abituati a competere con reparti ben più folti. Il ritmo a centrocampo potrebbe essere la chiave per vincere l’incontro: chi riuscirà a tenerlo più alto, sfiancando gli avversari, avrà sicuramente più possibilità di vittoria.
A cura di Luca Fatiga