Del primo tempo si salvano tre cose: il tiro di Florenzi, la punizione di Totti e il duplice fischio, nel senso che per fortuna è finito, scapocciato da Neto e sonnecchiato dalla Roma, a cominciare dalla retroguardia, che poco arretra e ancor meno fa la guardia, soprattutto se si prende un goal di testa come quello che mette a segno il difensore di Póvoa de Varzim.
Si ricomincia con un po’ di appetito in più, da parte giallorossa, anche perché il Siena si rintana un po’ troppo e il palleggio più nitido della Roma le sconsiglia l’uscita dal nido. Non è un caso che per scrivere uno a uno sul tabellino occorra una manovra avvolgente che da Totti passa per un lancio calibrato, stavolta si, di Tachtsidis che pesca Florenzi lungo l’out sinistro; la biglia di “Capitan Futuro anteriore” trova pronto Destro per un pareggio che è più sentimento verso i suoi nuovi tifosi che pentimento nei confronti di quelli vecchi, visto che si gode la gratitudine del settore ospiti e l’abbraccio di Osvaldo dalla panca con furore.
C’è tempo ma si traccheggia, la Roma fa un possesso palla bulgaro nelle percentuali ma di nuovo sterile nelle modalità.
Fino a che…Dalla nebbiolina che comincia a calare su Siena e da un sentiero di silenzio e professionismo fa capolino Simone Perrotta, con un’incursione a centro area che ricorda spallettiani inserimenti.
Abbraccio di una Roma unita, la cosa più bella: vista oggi, questa è una squadra senza clan. Vista oggi.
C’è tempo, alla fine, pure per il sinistro di Destro-2.
Avanti così.
Paolo Marcacci