(A.Pugliese) – La partenza è per domani mattina, destinazione Orlando, Florida, Espn Wide World Sports Complex, anche se l’eco della Roma in America risuona forte da un po’. L’accordo con la Disney? No, da quello se ne trarranno vantaggi più avanti. Oggi, invece, negli States gli occhi del soccer sono per Michael Bradley, l’orologio della nazionale di Klinsmann, l’uomo che dal 6 febbraio guiderà gli Usa all’assalto a Brasile 2014 (nel girone finale della Concacaf, con Messico, Costa Rica, Giamaica, Honduras e Panama: le prime 3 al Mondiale, la 4a ai playoff con l’Oceania).
BRADLEYMANIA Da domani, dunque, in Florida le luci saranno tutte per lui. Con la Roma, ma a star&streeps. «Sappiamo cosa dobbiamo fare per arrivare in Brasile, la squadra sta crescendo bene — ha detto Michael al blog del New York Times —. Arrivare al Mondiale è una grande sfida. Ho sempre voluto aiutare la nazionale a vincere qualcosa». E se Bradley è diventato l’ombelico degli Usa, è anche per quanto è cresciuto a Roma: «Da quando sono in giallorosso, è tutto un altro mondo, per la grandezza del club e l’amore dei tifosi per la squadra. Per me è un onore essere giallorosso: ci sono cose che puoi imparare solo in un grande club. La pressione di dover vincere sempre, il fatto di allenarti al massimo senza sapere se ti basterà per giocare, la necessità di doverti far trovare pronto, anche solo per mezz’ora. Tutte cose che non puoi spiegare se non le vivi». Michael è stato voluto a Roma da Zeman e con Zeman («Il boemo? È il migliore di tutti, l’unico capace di far giocare le squadre come vuole lui», ha detto ieri il «parigino» Verratti) sta crescendo, tanto da essere stato considerato il vero uomo-ombra del successo con il Milan. «Sto migliorando di settimana in settimana, ma abbiamo ancora i giocatori per crescere come squadra — ribatte lui —. Io sono orgoglioso di quello che ho fatto finora, ma l’obiettivo è sempre stato quello: migliorare, crescere, arrivare a giocare nei migliori club del mondo, in Champions o nella Coppa del Mondo. Questo è quello a cui ho sempre puntato, giorno dopo giorno». In perfetto stile marine, come Bradley è soprannominato nella Capitale: abnegazione, rispetto, cultura del lavoro e fatica, tanta fatica. «Nel calcio professionistico devi riuscire ad essere forte mentalmente, quando le cose vanno male devi credere in te stesso. Quando giochi male o bene, la gente fa presto a dire che o non sei bravo o sei il migliore del mondo. Io, da questo punto di vista, penso di aver portato qualcosa in più nella nostra Nazionale. Mi dispiace, però, quando si dice che in Italia si pensa solo alla tattica: è vero, c’è molta attenzione, ma anche tecnica, capacità fisica e mentalità».
DA DISNEY La Roma farà il primo allenamento ad Orlando sabato mattina, ma il clou sarà l’amichevole con l’Orlando City del 2 gennaio. Non ci sarà Nico Lopez, a cui è stato permesso di partecipare al Sudamericano Sub20. Mentre ci sarà Stekelenburg, anche se sul portiere continuano a girare mille voci (in Olanda si parla di un possibile passaggio al Milan in prestito, con possibile riscatto fissato intorno ai 4-5 milioni di euro). Altre novità? Forse ce ne sarà una in America e chissà che non riguardi proprio l’ufficializzazione del nuovo sponsor tecnico.