(A.Pugliese) Quattro vittorie consecutive, una squadra che segna come mai era successo a quelle di Zeman (38 gol in 16 gare, con i 3 «virtuali» di Cagliari) e un 4° posto (aspettando stasera la Lazio) che fino a un mese fa, dopo il k.o. nel derby, sembrava un’oasi nel deserto. Che la Roma abbia messo la marcia giusta è sotto gli occhi di tutti, tanto che Zeman sabato sera ha lanciato la sfida. «Vogliamo recuperare quelli che abbiamo davanti, uno per volta». Se non è un proclama, poco ci manca.
1 Ma la Roma, allora, deve crederci davvero o no?
Come ha ripetuto anche nel post-Fiorentina il tecnico, c’è l’obbligo di crederci, perché bisogna andare in campo sempre per vincere e perché l’autostima del gruppo è in crescita esponenziale. Alla fine del campionato mancano 22 partite, se la Roma le vincesse tutte chiuderebbe a 95 punti. L’anno scorso la Juve vinse il titolo con 84, I margini ci sono, anche se vincerle tutte è ovviamente utopistico. Essendo consapevoli, poi, che rincorrere ti dà sempre entusiasmo, ma alla lunga ti toglie anche tante energie psicofisiche.
2 Ma i tanti dualismi della squadra di Zeman sono una ricchezza o un problema?
A vedere i risultati, è una ricchezza infinita. Bastava buttare un occhio alla panchina di sabato per capire il valore della rosa giallorossa. Al fianco di Zeman c’erano due ex campioni del mondo (De Rossi e Perrotta), un vice campione del mondo (Stekelenburg), l’attaccante dell’Italia (Osvaldo) e uno che è stato due volte campione del mondo per club e che ha più di 40 presenze con l’Argentina (Burdisso). Ad occhio e croce, cinquanta milioni di euro.
3 Poi c’è Totti, un alchimista che sembra immortale, neanche avesse bevuto davvero un elisir di lunga vita.
Per commentare il campionato di Francesco non ci sono più parole. Gioca regista arretrato e non si presta ai tagli che Zeman chiede abitualmente agli esterni d’attacco. Ma fisicamente c’è, atleticamente sta bene e di testa vola. Si sente responsabilizzato come non lo era da anni (visto il rapporto di fiducia con il boemo) e ha una voglia di dimostrare a tutti che per lui il viale del tramonto è ancora lontano. A tutto il resto ci pensa la sua immensa classe.
4 Ma l’ambiente può dare una scossa in più al gruppo?
Assolutamente sì. Dopo l’euforia iniziale e la picchiata improvvisa di ottobre, il termometro dell’entusiasmo dei tifosi registra un’asticella in continua ascesa.La gente giallorossa sta tornando a sognare, è compatta intorno alla squadra e può essere davvero il 12° uomo in più, quello che alla fine ti dà anche 7-8 punti in più in classifica. A cominciare dalla sfida del 22 dicembre, quando all’Olimpico arriverà il Milan e la Roma può definitivamente staccare i rossoneri.
5 Per fare l’ultimo salto in avanti, sarebbe allora utile tornare sul mercato a gennaio?
A vedere la rosa attuale, sembra di no. Dipenderà anche da cosa succederà in uscita (Stelekenburg e De Rossi gli osservati speciali). Ma se proprio si vuole la ciliegina sulla torta, un esterno di difesa farebbe comodo. Balzaretti va ad ondate, Piris è in crescita ma ha deluso a lungo, Taddei è out. E Dodò? Ieri era a Trigoria a lavorare da solo e domani giocherà con l’Atalanta. Quando tornerà davvero saranno scintille dorate. Ma quando tornerà davvero?