(A. Pugliese) – Il dilemma andrà avanti fino a domani mattina, anche se Zeman un’idea di fondo già ce l’ha: questo Pjanic qui, quello che ha incantato nell’ultimo mese, non può restare fuori. Di più, lì alto a destra, nel tridente d’attacco, ha un’efficacia che neanche lui si immaginava potesse avere, tanto da ricredersi pubblicamente. Già, peccato solo che da questa settimana sia tornato a disposizione a tutti gli effetti anche Erik Lamela, che di quel posto era il titolare e che fino alla sfida con il Torino del 19 novembre e alla distorsione alla caviglia destra aveva fatto cose sublimi.
E allora, domani in casa Chievo chi giocherà al fianco di Osvaldo e Totti? A conti fatti, è un bel dilemma da sciogliere e chissà quanti allenatori vorrebbero avercelo, vista la qualità degli interpreti (entrambi diffidati, tra l’altro). «Sono tutti e due bravi e intelligenti — dice Zibì Boniek —. Non sono nati su quella posizione del campo, ma si sanno adattare». Eccome. Del resto, scegliere tra due gioielli di rara bellezza non è mai facile, ma alla fine sai che comunque vada farai bella figura. L’impressione, però, è che Pjanic sia in vantaggio e che toccherà proprio a lui scendere in campo al Bentegodi. «È un giocatore offensivo dalle grandi qualità: ha tiro, dribbling, inserimento e passaggio-gol — ha detto Zeman subito dopo Roma-Atalanta —. In fase difensiva, invece, qualcosa ancora gli manca».
Ecco, anche per questo il talento bosniaco (che difende sulle seconde linee di passaggio) giocherà nel tridente d’attacco, perché al boemo permetterà anche di schierare il centrocampo che più gli dà affidamento, quello formato da Tachtsidis in cabina di regia e Bradley (l’americano è l’ex di turno) e Florenzi come intermedi. E poi in posizione avanzata Miralem (ieri a riposo precauzionale) può dedicarsi con più assiduità al calcio che gli piace: fantasia, assist, fraseggio, uno-due con l’attaccante centrale, tutte doti che a Lione gli valsero l’appellativo di piccolo Mozart.
Meno Erik E Lamela? Erik dovrà accontentarsi della panchina, ma non per demeriti. La caviglia è okay, anche se il campo del Bentegodi non sembra un prato perfetto. Quello che ha fatto in questo primo scorcio di stagione, però, è sotto gli occhi di tutti, con un processo di crescita che si era impantanato con Luis Enrique e che ha ripreso il volo con Zeman. Il boemo gli ha insegnato i tagli, a giocare faccia alla porta, a essere meno egoista palla al piede e a cercare la giocata per la squadra e non per se stesso. Con il Chievo (con cui la Roma ha perso una sola volta in 20 gare, nel 2003) potrà rendersi utile a partita in corsa, per poi magari tornare a vestire i panni da titolare il 22 dicembre, contro il Milan.
In società Da gennaio, intanto, la Roma avrà un nuovo marketing director: è Giorgio Brambilla, ex direttore di Sport+Markt Italia, voluto daChristoph Winterling, responsabile commerciale dei giallorossi. Brambilla era dal 2004 a Sport+Markt (dove ha collaborato fianco a fianco proprio con Winterling) e prima aveva lavorato per cinque anni a WHG (agenzia svizzera di sponsorizzazioni sportive). A lui il compito di andare a caccia di nuovi sponsor.