(M. Cecchini) – Visto che parliamo di storia (va be’, pallonara), un giorno sull’orario bisognerà accordarsi. Il primo passo ufficiale per il nuovo stadio della Roma occorrerà segnalarlo alle ore 11.45 (fuso della Florida) oppure 17.45 (lancette del Cupolone)? Fatta salva questa incertezza, nell’inaspettato gelo di Orlando (4° la minima), tutto il resto profuma solo di ottimismo. Il presidente James Pallotta firma i documenti della partnership con Luca Parnasi, il proprietario della Parsitalia, che costruirà il nuovo impianto nella zona di Tor di Valle, davanti all’a.d. Italo Zanzi, Franco Baldini e Francesco Totti. E ufficializzato come lo stadio si spera sia pronto nel 2016-17, il vero scossone arriva quando Pallotta dice: «Spero che sia Totti a segnare il primo gol nel nuovo stadio». Come dire, il rinnovo del contratto (in scadenza nel 2014) è ormai una promessa. Sarà un caso che il presidente regali a Totti la penna della firma?
FIDUCIA ITALIA A 500 giorni dall’inizio effettivo del nuovo corso, Pallotta racconta: «Il nostro piano prevedeva prima di costruire un grande management, poi di costruire una squadra forte, altrimenti lo stadio non avrebbe fatto la differenza. L’impianto (da 55-60.000 posti, ndr) è parte del progetto di rendere la Roma un club competitivo a livelli europei a lungo termine. Anche la costruzione dello stadio è un segno di fiducia nell’Italia e nella sua economia. Siamo ottimisti. Il merchandising della Roma sarà venduto nei negozi Disney in tutto il mondo e speriamo che cresca una nuova generazione di americani che abbia nel club il marchio di riferimento». Un solo dato per chiarire: la Juve, passando dall’Olimpico allo Juventus Stadium, ha aumentato i ricavi da gare del 174%.
ZANZI & PARNASI Normale, perciò, che Pallotta dica: «It’s a big day», è un grande giorno, stringendo la mano a Parnasi. «Costruire lo stadio della Roma (affidato all’architetto Dan Meis, ndr) era il mio sogno — dice il costruttore — Questo progetto è di importanza vitale per Roma. Oltre mille persone saranno impiegate per 24 mesi. Speculazioni? Il nostro progetto iniziale su Tor di Valle era molto più ampio, ma lo andremo a ridurre per lo stadio. Non ci saranno aumenti di volumetria. Sarà un progetto trasparente e non stravolgerà l’area. Lo stadio sarà un simbolo dell’architettura della città nei prossimi anni». È il turno di Totti. «È il coronamento di un sogno. I tifosi meritano uno stadio tutto loro per centrare obiettivi importanti. Per questo era doveroso farlo». E Zanzi ha aggiunto: «L’impianto avrà una grandezza sufficiente per ospitare una finale di Champions e per mantenere un contatto coi tifosi. Lo stadio, che non sarà secondo a nessuno, sarà finanziato privatamente e si avvarrà dalla legislazione esistente». Ovvero, prescinderà dalla nuova legge sugli stadi. Tanti ringraziamenti, poi, sono andati alla Cushman & Wakefield, che ha selezionato le oltre cento aree proposte in partenza.
Piccola curiosità: l’advisor è controllato dalla famiglia Agnelli. Anche questo, forse, può essere un segno di buon auspicio.