L’idea di riprendersi la Roma lo intrigava. Sarebbe stata una bella rivincita dopo la bocciatura che aveva portato Luis Enrique in giallorosso e lui «in esilio» a Catania. Per questo Montella aveva accettato con entusiasmo il contatto con la sua vecchia società. Ma l’incontro con Franco Baldini è durato poco ed è finito male. I motivi? «L’aeroplanino» non ha mai voluto raccontare quell’ora scarsa di faccia a faccia. Ma pare che le proposte fossero quasi «improponibili». Intanto l’offerta economica. Ingaggio biennale metà di quello di Luis Enrique. Ma, ai suoi occhi, è stato ancora più grave il fatto che avrebbe dovuto presentarsi a Trigoria da solo. Senza lo staff di collaboratori che considera parte integrante del lavoro e del successo. Ieri Montella ha smentito di aver bocciato Lamela nel suo contatto con la Roma. Ma, Lamela o no, il buon Vincenzo avrebbe preteso carta bianca nel suo lavoro. La stessa libertà d’azione che gli è stata concessa da Andrea Della Valle e dalla Fiorentina. Un esempio? Nel ritiro estivo l’aeroplanino ha obbligato il suo vecchio amico Pradè a cedere Vargas, Cerci e Lazzari per avere uno spogliatoio in linea con le sue idee. Ma dopo i primi «messaggi» di Baldini non c’era motivo di parlare di mercato e di giocatori. La storia, appena nata, era già finita.