(M. Ferretti) – Daniele De Rossi, dopo un lunghissimo silenzio, torna a parlare e lo fa in perfetto inglese («L’ho imparato a scuola e adesso lo parlo con la mia ragazza che ha madre inglese e padre americano») rispondendo a una decina di domande al New York Times, che ha pubblicato l’intervista sabato nel suo Soccer Blog on line. «30 seconds with Daniele De Rossi», il titolo del pezzo. «Sono nato a Roma, per me la cosa più giusta è giocare con la Roma. Non ho mai provato o voluto davvero giocare per una altra squadra. Stare qui per me è fantastico. Trigoria è la mia casa», il suo attacco.
TRA PASSATO E PRESENTE – E ancora. «Io sono abituato a sentire la pressione di una città come Roma, ci sono cresciuto e magari la cosa è diversa per chi proviene da altre parti. È una cosa con la quale ci convivi, anche se sei un semplice tifoso. Recentemente a Roma sono cambiate un sacco di cose, a cominciare dai proprietari, l’allenatore, i giocatori ma c’è sempre la stessa voglia di fare le cose per bene. Per i nuovi proprietari americani la Roma rappresenta un progetto a lungo termine e spero che si riesca a vincere qualcosa di importante. Prima di loro al comando del club c’era una famiglia che ha speso tutta la propria vita per la Roma, ora tutto è cambiato ma anche i nuovi proprietari stanno facendo il loro lavoro con grande passione. C’è un nuovo allenatore e tanti nuovi giocatori. Il mio compito è ancora giocare a centrocampo, ma per me è stato difficile trovare lo spazio cui ero abituato: devo soltanto lavorare sodo sul campo ed essere professionale e sono sicuro che avrò più spazio».
IL FUTURO – Si parte dall’imminente viaggio negli Usa. «È un’idea che mi eccita, a me gli Usa piacciono molto, ci sono stato tante volte in vacanza. Sarà bello trascorrere cinque giorni di lavoro e anche di relax con mia figlia e la mia fidanzata. Quando vado negli States mi piace passare il tempo a New York e, talvolta, anche a Las Vegas… Sì, lo so che non è molto culturale…».
Inevitabile, però, parlare anche di calcio. «Il presidente Pallotta ha dichiarato che non sono sul mercato, che non sono in vendita. A me, lo ripeto, piace giocare a Roma e nella Roma, perché tutto quello che amo sta qui. Se dovessi cambiare, per me sarebbe difficile farlo. Se qualcuno mi vuole, deve parlare con il mio manager. In passato c’è stato un interessamento del Manchester City. Io sono sicuro che il mio futuro «will be a good experience no matter where I play», sarà una bella esperienza ovunque giocherò. Chissà, forse un giorno giocherò negli States, ne ho parlato a lungo con Bradley. Sono ancora giovane, però, e io vivo per questo club e per me lasciarlo sarebbe un dramma, un grande dramma. Io vorrei stare qui. Non tutti i giocatori hanno la mia stessa storia, per loro cambiare città o nazione anche in giovane età è normale. Per me no, non è normale. Non è questo il mio modo di lavorare».