(F. Rossi) – L’obiettivo è realizzarlo in meno di quattro anni, entro il campionato 2016/2017. Il nuovo stadio della Roma sorgerà nell’area di Tor di Valle, nella periferia sud della Capitale.«Come tempi è un progetto ambizioso ma fattibile – commenta Gianni Alemanno – Noi contiamo di metterci un anno, o anche meno se viene approvata la legge sugli stadi, per quel che riguarda le autorizzazioni». Ieri sera l’annuncio è arrivato in teleconferenza tra il centro sportivo Fulvio Bernardini di Trigoria – con il sindaco e l’amministratore delegato della società giallorossa Claudio Fenucci – e la Florida, dove c’erano il presidente della Roma James Pallotta e il capitano Francesco Totti. Il progetto, che sarà affidato all’architetto americano Dan Meis, non è stato ancora presentato. La struttura, comunque, dovrebbe avere una capienza di 55-60 mila posti a sedere.
La road map prevede tempi stretti: sei mesi per realizzare il progetto esecutivo, un anno per completare l’iter burocratico, altri due per portare a termine i lavori. «Spero che Totti segni il primo gol nel nuovo stadio», è l’auspicio di Pallotta. Dubbi sono stati avanzati sulla scelta dell’area, di proprietà Parnasi, sulla quale dovrebbe sorgere l’impianto: a ridosso di un’ansa del Tevere, priva di adeguate infrastrutture di trasporto. «Ovviamente ci sono delle valutazioni da fare – spiega Alemanno – e sono quelle riguardanti la tutela ambientale con l’ansa del Tevere, il potenziamento delle infrastrutture su rotaia e su gomma, con la stazione ferroviaria di Tor di valle e via Ostiense, e la chiusura del depuratore, che non deve più restare all’aperto». In ogni caso, sostiene il sindaco, «si tratta di un terreno già fortemente compromesso, che con questo progetto sarà riqualificato. Noi non abbiamo minimamente influenzato la scelta, che è stata totalmente privata».(…)
Il nome? «Tra le varie fonti di finanziamento si possono cedere i naming rights del nuovo stadio – spiega Fenucci – È una strada che esploreremo anche per avvicinare investitori terzi». Sui costi, assicura Alemanno, «la città e il pubblico non ci mettono un euro, anzi ci guadagnano, perché ci sarà un contributo straordinario in più che viene destinato a tutta la città per opere di urbanizzazione, viarie e ferroviarie». E l’altra riva del Tevere? «Mi auguro che anche la Lazio presenti un progetto», chiosa il sindaco.