(M. Ferretti) – Zdenek Zeman, stanco di dover sopportare per l’ennesima volta errori arbitrali contro la Roma, non si presenta in sala-stampa. Nessun incontro con le tv, niente faccia a faccia con i cronisti dei giornali o delle radio. Silenzio. Una scelta singolare, conoscendo le abitudini del boemo. Ma la disastrosa direzione di gara di Bergonzistavolta non può passare inosservata, e così Zeman decide di dare un segnale forte. Alla sua maniera.
Chi invece dice qualcosa, e molto pesante, è Francesco Totti, avvelenato ai massimi livelli con il direttore di gara di Genova (che durante la partita l’aveva ammonito per proteste).«Meglio che sto zitto, perché se parlo mi squalificano…», le sue parole riferite non soltanto al fuorigioco di Pellissier.
Così, il microfono delle tv finisce direttamente davanti alle labbra di Franco Baldini, il dg giallorosso. «Perché Zeman non parla? Perché si è definito più sereno nel non farlo. Non gli è andato giù qualcosa, ci sono stati episodi non chiari e non vuole alimentare polemiche», il suo attacco. E ancora, sulla rete di Pellissier. «È l’episodio che decide la partita. Nel primo tempo eravamo padroni del campo e meritavamo di vincere. Ci lascia rammarico in bocca aver perso così, dopo aver fatto buon calcio nelle partite precedenti. C’erano due rigori per la Roma? Direi che il vostro parere è più autorevole del mio. Mi accontento di dire: «Tu l’hai detto», come disse qualcuno più in alto di me a Ponzio Pilato. Per noi parlare di episodi è poco utile: preferisco parlare della prestazione della squadra, su quella possiamo lavorare. Difficile giocare su questo campo, la palla faceva fatica a viaggiare e nel secondo tempo lo abbiamo pagato. Cosa ho visto del gol di Pellissier? Se non avete visto voi, figuratevi io dalla tribuna… La partita è stata discreta, non brillante come era accaduto ultimamente. Eravamo un po’ stanchi forse per le due partite ravvicinate, non siamo riusciti a creare le nostre solite occasioni da gol e negli ultimi venti metri non siamo stati cattivi. Il risultato giusto era il pareggio», il suo virgolettato.
Baldini affronta altri argomenti, a seguire. Come la partita di sabato all’Olimpico contro il Milan: Castan verrà squalificato e Marquinhos ha riportato un infortunio alla caviglia tutto da valutare. «Abbiamo una squadra forte e una rosa completa in tutti i ruoli. Affronteremo il Milan convinti delle nostre qualità. Questa sconfitta non ci allontana dalla zona Champions, l’obiettivo rimane lo stesso. Stavolta non abbiamo raccolto punti a differenza delle altre che corrono verso l’Europa. Mi aspettavo altre battute d’arresto, non stavolta. Sinceramente. Ma siamo una squadra giovane, forse era fisiologico un passo falso».
Provano a stuzzicarlo: De Rossi in panchina? «È una scelta tattica e come al solito il mister può fare le sue scelte. Sicuramente non gli fa piacere stare in panchina, ma nelle ultime tre, quattro partite tutti hanno definito le scelte di Zeman azzeccate e propedeutiche. Stavolta non mi sembra il caso di criticarlo. Daniele non può essere felice di non giocare, nessuno lo sarebbe. Non è vero, però, che viene considerato poco importante, e non a caso lo abbiamo trattenuto a tutti i costi. La società deve dare all’allenatore una squadra più forte possibile, poi ci sono le scelte del tecnico. Non è stato in panchina così tante volteconsecutive, solo due, senza dimenticare che prima era stato squalificato. Se l’allenatore crede che la squadra giochi meglio senza De Rossi, è giusto che possa schierare chi vuole. Ci sono anche altre squadre con giocatori importanti in panchina, non succede solo qui». Altra riflessione: la Roma ha fatto tanto per tenerlo e ora lo mette da parte… «Noi, ripeto, abbiamo il compito di costituire la rosa più forte possibile, budget permettendo. Se Zeman preferisce un altro è una sua scelta, noi volevamo tenere Daniele perché è un giocatore importantissimo».