(U.Trani) – I tre successi di fila della Roma, serie nata dopo la sconfitta nel derby, danno di nuovo forza all’idea di calcio di Zeman. Non a lui personalmente che ha creduto nel suo lavoro, difendendolo con passione anche quando i risultati, fino alla gara persa contro la Lazio l’11 novembre, certificavano la crisi della squadra giallorossa. Se la piazza comincia a riacquistare fiducia nel boemo, come si è visto a Siena dall’entusiasmo con cui duemila tifosi hanno accompagnato il gruppo al successo, sono soprattutto i calciatori a essere più convinti, dando l’impressione di seguire con maggiore disponibilità il tecnico di Praga. Capace di trovare l’equilibrio, la differenza reti è la quarta del campionato (migliore, con più 10, di quelle del Napoli secondo e della Lazio quinta), e di fare l’equilibrista.
Zdenek è e sarà, sempre e comunque, al centro del dibattito. Si discuterà ancora a lungo sul suo sistema di gioco. Per tanti o forse per tutti non è più lo storico 4-3-3. Anche perché Totti non è più l’esterno di 15 anni fa. Oggi è calciatore universale. Che non ha compiti specifici. […]
[…]Prendete la linea difensiva. Ora c’è quella titolare con Piris, Marquinhos, Castan e Balzaretti: cinque partite con loro quattro titolari e cinque successi. Tre volte il reparto non ha incassato reti, negli altri due incontri ne ha subiti un totale di tre. Eppure Piris spinge tantissimo e anche Balzaretti sta crescendo. A proposito di Marquinhos, Sabatini sta lavorando per fargli saltare la preconvocazione della Seleçao e quindi per averlo nelle gare contro il Chievo e il Milan.
«Bisogna adattarsi alle capacità di ogni giocatore». Per renderli compatibili con il suo 4-3-3 che «si può fare anche con giocatori diversi, a seconda dell’organico che uno ha a disposizione». Cambiando il regista: Tachtsidis, Bradley o De Rossi. Giocando con tre centravanti, con Totti, Osvaldo e Destro, come è successo a San Siro contro l’Inter e all’Adriatico contro il Pescara (chiudendo poi solo con il capitano davanti). O con una prima punta, Destro, più Totti e Pjanic, come ha fatto al Franchi contro il Siena. […]
Poco importa se la Roma è zemaniana o no, se sbocciano i giovani come Marquinhos, Florenzi e Destro o rinasce la vecchia guardia, da Totti a Perrotta. Perché, per Zdenek, i risultati sono sempre la conseguenza del gioco. Che a sentire il boemo non è mai mancato, a parte le trasferte di Torino e Pescara. Le occasioni da rete fanno il giudizio. Da Siena, però, per sua ammissione, la Roma risponde fisicamente. E se non ha sbandamenti nel primo tempo, come contro la Juve, quando le gambe girano a pieno regime (per una gara intera), nella ripresa le sue squadre diventano spietate. Presto anche con l’imbarazzo della scelta: c’è ottimismo per il recupero di Stekelenburg e Lamela. Che si aggiungono a De Rossi che torna a disposizione.