(C.Zucchelli) – Si dice e si scrive tante volte, ma stavolta la retorica non c’entra.Perché a Siena Mattia Destro è diventato grande davvero. È diventato grande perché, dopo qualche settimana difficile di adattamento («Sannino diceva che non facevo i movimenti giusti e mi ha mandato in tribuna e panchina», ha raccontato) è diventato un punto di riferimento dei toscani. Si è caricato la squadra sulle spalle, da punta centrale ha capito che doveva giocare di più con la squadra e i risultati si sono visti: 32 presenze, 13 gol, tante responsabilità e una salvezza raggiunta anche e soprattutto grazie alla sua esplosione nel girone di ritorno.
Adesso Sannino e il suo staff non ci sono più, c’è Cosmi che lo ha incrociato per appena qualche giorno di ritiro a luglio ma ci sono tanti compagni e tanti amici che domani rivedrà con piacere. Rivedrà con piacere anche la famiglia Mezzaroma,Massimo e Valentina in particolare, che hanno creduto in lui quando le cose, dopo l’esperienza al Genoa, non andavano così bene. I rossoblù lo avevano riscattato dall’Inter nell’affare Ranocchia, i bianconeri nell’estate 2011 lo hanno preso in prestito con diritto di riscatto obbligatorio della metà del cartellino per un milione e 300mila euro.
Non pochi soldi, per una società come il Siena, che però viene ripagata ampiamente, prima della cessione di quest’estate, anche dalla splendida stagione di Mattia. Contro la Roma all’andata Destro non c’era, al ritorno c’era eccome e ha fatto vedere le streghe alla fragile difesa giallorossa. Si è divorato almeno tre gol ed emblematica è la frase che Sannino gli dice all’inizio del secondo tempo quando la Roma è costretta a mettere in campo Kjaer al posto di Juan: «Punta lui», gli dice l’allenatore e Destro lo fa e anche bene. Tanto che alla fine nella vittoria dei toscani per 1-0 c’è soprattutto la sua firma. «È un giocatore da grandissima squadra – dirà Sannino al 90’ – e sono sicuro che farà cose sempre migliori».
L’ex tecnico dei toscani si coccolava e si coccola il suo pupillo, anche adesso che Destro vive a Roma si sentono e lui lo riempie di consigli. Consigli che Mattia segue, così come segue le indicazioni (tattiche) di Zeman e quelle (comportamentali) del dirigenti. Loro lo hanno invitato a stare sereno quando non giocava, loro hanno usato bastone e carota dopo l’espulsione contro il Palermo, loro lo hanno invitato a stare tranquillo dopo il gol al Pescara.Perché Destro ha voglia di spaccare il mondo e questo è un bene.
Non è un bene, invece, che si faccia prendere dall’agonismo e dalla foga per dimostrare tutto adesso che Lamela non c’è per paura di perdere di nuovo il posto. Arriveranno, quando l’argentino tornerà, altre panchine. Ma arriveranno anche altre partire dall’inizio per scelta tecnica. Perché a Trigoria sono certi: «Destro è il presente e il futuro della Roma». (…)