(V. Meta) – Quando sbancò San Siro segnando il gol vittoria in Milan-Siena, Alberto Paloschi aveva diciotto anni da poco più di un mese e un sorriso argenteo per via di un apparecchio tardivo. Era il 10 febbraio 2008 e due giorni più tardi, mentre giornali e tv ancora celebravano l’impresa del semisconosciuto teen-ager, allo Stadio dei Pini di Viareggio si applaudiva la doppietta di Mario Balotelli, che per due volte permetteva all’Inter di rimontare l’Empoli di Diego Fabbrini e poi trasformava l’ultimo rigore, quello che riportava la Coppa Carnevale nella bacheca nerazzurra dopo sei anni. Il primo a presentarsi sul dischetto dopo il 2-2 dei tempi supplementari era il più piccolo di tutti, il non ancora diciassettenne Mattia Destro, che quel giorno conquistava il suo secondo trofeo dopo lo scudetto Giovanissimi e poco prima di quello Allievi, che sarebbe arrivato di lì a pochi mesi.
In quell’inizio di febbraio sembrava che Milan e Inter avessero il futuro in cassaforte, quattro anni dopo nemmeno uno dei protagonisti di quella tre giorni di gloria per Milano gioca ancora con la maglia di allora: Balotelli se n’è andato sbattendo la porta (o forse è stata l’Inter a sbattergliela dietro), Destro l’ha chiusa con più delicatezza ma non senza un pizzico di desiderio di rivalsa, quanto ad Alberto Paloschi, il più precoce di tutti, per lui la porta è ancora socchiusa, ma se vorranno riportarlo alla base a fine stagione, in via Turati dovranno praticamente ricomprarlo.
Destini incrociati di promesse non mantenute, Paloschi e Balotelli avversari mancati nel derby, il più giovane Destro che in Under 21 ruba il posto all’ex milanista per poi raggiungere Mario in Nazionale maggiore. Domani al Bentegodi il ragazzo che incantò San Siro e quello che al Meazza ci è arrivato ma solo da avversario si ritroveranno faccia a faccia, armati soltanto dei quattro gol segnati in campionato e della fame che li ha portati avanti in questi anni. Rivali da sempre Alberto e Mattia, da quando sembravano destinati a essere il futuro di Milan e Inter, negli ultimi tre anni si sono affrontati a distanza facendo lo slalom fra un infortunio e l’altro, fino ad alternarsi nell’attacco dell’Under 21.
All’inizio era Paloschi il centravanti titolare di Ferrara, almeno finché Destro non ha cominciato a segnare il doppio di lui, al punto che solo all’ultimo momento Cesare Prandelli gli preferì l’amico Fabio Borini per gli Europei di Polonia e Ucraina. In estate la rivoluzione low cost inaugurata dal Milan ha premiato i compagni di Under El Shaarawy e De Sciglio ma non Paloschi, lasciato al Chievo in comproprietà e pure con un gravissimo infortunio alla caviglia da risolvere. Operazione a Ferragosto, rientro a metà novembre e subito un gol: per chi avesse dei dubbi, l’ex ragazzino con l’apparecchio è tornato. Nel frattempo Mattia Destro era il miglior colpo del mercato estivo, anche se poi gli ci sarebbero voluti un paio di mesi per sbloccarsi definitivamente, pungolato da Zeman, il primo a volerlo a Roma, anche a costo di mandarlo in panchina. Quattro gol anche per lui, che neanche la botta rimediata martedì con l’Atalanta dovrebbe togliere dall’undici titolare domani. Sarà anche un derby mancato, ma i protagonisti promettono spettacolo.