(A.Serafini) – Chiamatelo caso, sfortuna o coincidenza, ma se tifi Roma e non giochi nella Roma, le probabilità di fare bene diventano inesorabilmente alte, quasi garantite. E nella settimana in cui Zeman e i suoi ragazzi affronteranno la più alta concentrazione di vecchie conoscenze giallorosse, dubbi e paure crescono. Aspettando il ritorno nella capitale della colonia viola (da Pradè, passando per Pizarro, Toni e Aquilani) guidata da un agguerrito Montella, oggi nella tana senese dei romanissimi Mezzaroma, Zeman e i suoi ragazzi si troveranno di fronte a chi, nell’ultimo decennio, è riuscito a mettere i bastoni tra le ruote (professionalmente parlando) anche alla propria fede. «Speriamo che Totti non sia in giornata, altrimenti diventa difficile», il grido della vigilia di Serse Cosmi, che nonostante tutto ha sempre tolto punti al numero dieci nelle sue esperienze con Perugia, Udinese, Livorno e Lecce. Se lo ricorda bene anche Zeman, esonerato dal Napoli nella stagione 2000/01 proprio dopo un pareggio contro il tecnico umbro in panchina. Ma la storia dei «tradimenti» ha origini lontane, tra allenatori e calciatori. Perché da Mazzone a Ranieri fatali alla Roma contro Brescia e Juventus, l’elenco di chi ha colpito i propri colori è lungo e doloroso. Storie diverse quelle di Di Bartolomei al Milan e di Pruzzo alla Fiorentina, ma con lo stesso epilogo. Più curiose quelle di Scarchilli, Statuto, Di Michele, Moscardelli, Bernardini, Marchionni, Bellucci, Bertolacci, Tiribocchi, Silenzi, Bovo, Di Francesco e Delvecchio. Tutto almeno per un giorno protagonisti indigesti per i propri tifosi come Conti (5 gol alla Roma) e Candreva. E tra le parate di Amelia e Storari, lo spettro aleggia sempre sopra Trigoria.