(Il Tempo) – Così il primo incontro tra il genio tattico di Zeman e il pragmatismo offensivo di Montella, va nettamente all’allenatore giallorosso che vince con coraggio, andando per la sua strada, quella che in molti avevano definito la partita della svolta. E così è stata, perchè per la prima volta la Roma gioca il calcio voluto dal tecnico boemo, fatto di verticalizzazioni pazzesche e palle giocate di prima intenzione.
Il 4-2 a finale va paradossalmente stretto alla squadra di Zeman che avrebbe potuto fare una vera e propria goleada davanti agli oltre quarantamila infreddoliti tifosi romanisti. Per la prima volta in questa stagione Zeman non cambia la Roma. La decisione è presa, va per la sua strada e chissenefrega di come la prenderà la piazza vedendo di nuovo De Rossi in panchina: gioca la Roma tornata vincitrice da Siena.
Ovvio che da oggi si aprirà un nuovo capitolo della saga De Rossi, giocatore più pagato della Roma, che il tecnico boemo decide di non utilizzare e stavolta lo fa per scelta tecnica. La palla sulla questione finisce nelle mani di una dirigenza che finora ha giustamente spalleggiato il tecnico e le sue scelte: difficile contraddirlo, almeno finchè questa Roma continuerà a vincere.
Contro la Fiorentina un primo tempo monologo, condito da un paio di papere clamorose del povero Viviano. Apre la Roma dopo sette minuti complice l’imbarazzo del portiere viola: che sta lì a guardare il pallonetto di Tachtsidis che Castan spinge in porta proprio sulla linea negando la prima gioia stagionale al centrocampista greco, diventando però il primo difensore giallorosso ad andare in rete (undicesmo della squadra). Ma lì in mezzo, oggi come ieri, c’è un tale Totti che dopo un avvio in sordina arriva: e quando lo fa crea danni. Prima la Roma si addormenta su una innoqua punizione viola lasciando quattro giocatori da soli e Roncaglia libero di riportare in pari la partita, poi i giallorossi diventano padroni del match. Il raddoppio giallorosso è solo questione di tempo e arriva, guarda caso, ancora una volta dai piedi di Totti che segna il suo quinto gol stagionale aprendo e poi chiudendo in rete un triangolo fantastico con Destro: scelto da Zeman al posto di Osvaldo. Il capitano raggiunge Meazza nella classifica «all time» e si porta a 220 reti a sole cinque lunghezze dal mitico Nordhal. Anzi, a meno quattro, perché prima dell’intervallo con una botta da fuori e un’altra imprecisione di Viviano,Totti porta la Roma sul 3-1 e il suo tabellino personale a 221 reti: pazzesco. L’Olimpico gli dedica il giusto tributo mentre la squadra rientra nello spogliatoio per l’intervallo, fischi invece per Oliveira che qualche minuto prima aveva passeggiato con i tacchetti sul polpaccio di Pjanic a terra: brutto gesto che il mediocre Banti sanziona solo con un giallo in condominio con l’incolpevole Tachtsidis andato li per difendere il compagno a terra.
Cinquanta secondi della ripresa e la Roma si addormenta di nuovo. Borja Valero la mette dentro da destra e El Hamadaoui, appena entrato proprio per Oliveira, al centro dell’area è libero di chiudere a rete di testa per il 3-2. Ma in campo c’è davvero solo la Roma che arriva da tutte le parti, Totti è in cattedra da un bel pezzo e distribuisce palloni a una Roma a tratti pazzesca che travolge con il suo gioco la squadra di Montella. Destro sbaglia almeno tre gol, Bradley altrettanto, ma la manovra gira a mille e i minuti finali, nei quali Zeman mette dentro De Rossi e Perrotta per Tachtsidis e Florenzi, sono di una sofferenza che la Roma non meriterebbe di vivere. Banti annulla a Marquinhos un gol buono, Goicoechea salva all’87’ sul contropiede di Seferovic, Bradley nega sulla linea il gol del’ex ad Aquilani e Osvaldo (entrato da una manciata di minuti per Destro) mette la ciliegina sulla torta: 4-2 (altro assist magico di Totti) e tutti a casa. Ora viene il bello, perchè la Roma sembra non volersi fermare più, raggiunge la Fiorentina a quota 29 e si gode il quarto posto.