(S. De Iaco) – Era primavera e a Roma voci insistenti davano sulla panchina giallorossa Vincenzo Montella, dato che Luis Enrique aveva deciso di fare le valigie. Nessuno, o meglio in pochissimi, pensavano a Zdenek Zeman. Lui era a Pescara, e non sembrava intenzionato a muoversi. Eppure qualcosa sotto traccia si muoveva. Direzione Firenze. Mentre l’aeroplanino trattava con i dirigenti giallorossi, Zeman parlava con iDella Valle di un suo possibile futuro in viola. Il boemo è stato contattato dal presidente fiorentino, ma alla fine ha rimandato il discorso in quanto impegnato con il campionato del Pescara.
Arrivati al termine della stagione, l’offerta della Roma ha anticipato la concorrenza ed è diventata concreta e irrinunciabile per Zeman. L’attuale tecnico giallorosso, in effetti, l’aveva dichiarato più volte: «Se vado via da Pescara è per andare alla Roma». E così è stato. Era una Fiorentina a rischio retrocessione, con uno spogliatoio in ebollizione. In un momento così delicato i viola avevano individuato in Zeman l’uomo ideale per risollevare una piazza depressa, affascinati, anche loro, dal gioco spettacolare che stava proponendo con la formazione abruzzese e che gli stava regalando la promozione in serie A.
Il contatto c’è stato, ma poi più nulla. Il boemo è approdato a Trigoria e come un segno del destino, alla Fiorentina è finito proprio Montella, caldeggiato in viola da un altro ex romanista, il direttore sportivo Pradè. Se le cose fossero andate diversamente, chissà se il percorso di Roma e Fiorentina sarebbe stato lo stesso. E chissà se ci sarebbero stati gli stessi giocatori in entrambe le squadre. Tanti se e tanti ma che non valgono nulla, ciò che conta sono i fatti. E quelli dicono che Zeman e Montella sabato si affronteranno all’Olimpico, il primo sulla panchina della Roma e il secondo su quella della Fiorentina. Ciò che accadrà sarà storia, e quella sì che conta.