Nuovo appuntamento con la rubrica firmata Gazzetta Giallorossa. Questa volta dedichiamo la nostra attenzione alle dichiarazioni più o meno indovinate da parte dei “nostri” dirigenti, spesso in difficoltà nel gestire le situazioni come la Roma sul campo. L’obiettivo è rivolto alle parole rilasciate dal Direttore Generale Franco Baldini ieri, al termine della sfida persa contro il Chievo:
“De Rossi? Ogni giocatore preferisce giocare, non gli avrà fatto piacere stare in panchina, ma le ultime scelte di Zeman si sono rivelate azzeccate e propedeutiche per i risultati ottenuti. Strano che non giochi dopo gli sforzi per trattenerlo? Le scelte tecniche e tattiche vengono prese a seconda delle partite, la squadra aveva dato buonissime risposte e l’allenatore non ha voluto cambiare più di tanto. Ci sono tante squadre che hanno molti titolari e questo fa la differenza, giocatori che giocherebbero in tutte le squadre del mondo vanno in panchina per il bene della squadra”.
Il primo passo della nostra rubrica parte dalle affermazioni di Baldini su De Rossi. Il riferimento alla gestione di Sneijder all’Inter sembra abbastanza chiaro, quello che rimane inspiegabile è il continuo paragone spazio-temporale sia con altre realtà, sia con la passata gestione, che invece di giustificare alcuni comportamenti non fanno altro che rinfocolare dubbi e polemiche. Secondo passo:
“Se potevamo fare di più? Sì, la prestazione è stata discreta nel primo tempo ma non altrettanto nel secondo. Ci è mancata la giusta condizione psico-fisica e il campo non ci ha aiutato. Era difficile per una squadra giocare su questo terreno, con l’erba alta”.
Questi riferimenti al terreno di gioco fanno venire in mente le “scuse” accampate da Fabio Capello dopo un pareggio per 0-0 all’Artemio Franchi di Siena nella stagione 2003/2004. Ricordiamo sempre che le condizioni di gioco sono le stesse per ambedue le squadre e la giustificazione del maggior tasso tecnico degli interpreti giallorossi non basta per spiegare quanto visto al Bentegodi. Terzo e ultimo passaggio:
“Gli episodi del match? Io non ho visto molto, c’era molta nebbia. Zeman ha deciso di non parlare per non creare polemiche. Anche per quanto riguarda il rigore di Dainelli su Totti. Loro (Florenzi, Pjanic, Balzaretti, Totti) pensano che ci siano state delle scelte non corrette del direttore di gara e preferiscono evitare commenti”.
Dare del “loro” ai propri giocatori, quasi come fossero un’entità estranea di cui parlare da esterno, lascia senza parole. Baldini vuole mantenere la sua aplomb inglese, vuole distaccarsi dalla “pancia ” del gruppo romanista per non affrontare direttamente il discorso arbitrale, mancando ancora una volta di verve combattiva. Nel sistema italiano pensare che non ci siano condizionamenti è pura utopia e non far sentire la propria voce per ottenere un rispetto dovuto (specie se ti chiami Roma) è un limite dirigenziale insostenibile. Citando Bersani “Loro sono Berlusconi“.
A cura di Rocky & Apollo